Alluvione Livorno, il Comune si costituisce parte civile contro l'ex-sindaco 5 Stelle

Il Comune di Livorno si è costituito parte civile nei confronti dell'ex-sindaco Filippo Nogarin, per danno d'immagine. L'accusa aveva chiesto per l'ex-esponente del M5S una condanna a quattro anni per omicidio colposo plurimo. La prossima udienza per il processo sull'alluvione si terrà il 15 settembre

Filippo Nogarin, sindaco di Livorno per il Movimento 5 Stelle fra il 2014 e il 2019
Filippo Nogarin, sindaco di Livorno per il Movimento 5 Stelle fra il 2014 e il 2019
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Il Comune di Livorno si è costituito parte civile contro l'ex-sindaco del Movimento 5 Stelle, Filippo Nogarin, per danno d'immagine. Lo stesso ente era stato citato in giudizio come responsabile civile per la morte di otto persone, ma secondo l'avvocato del Comune nemmeno il miglior piano di Protezione civile sarebbe bastato per garantire con assoluta certezza la sopravvivenza delle vittime. Questi gli ultimi sviluppi del processo sull'alluvione che nel 2017 colpì duramente Livorno, per un procedimento che vede imputato l'ex-primo cittadino pentastellato. Per il quale, proprio pochi giorni fa, l'accusa aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo. Gli vengono in buona sostanza contestate le modalità con le quali gestì l'emergenza, partendo dalla ore immediatamente precedenti alla tempesta.

Sotto la lente degli inquirenti sono infatti finite le numerose omissi​oni del quale si sarebbe reso protagonista: secondo le accuse rivoltegli, omise ad esempio di dare il via libera all'invio dei messaggi telefonici di allerta, che avrebbero avvertito i residenti dell'eccezionalità dell'acquazzone che stava per abbattersi sul territorio. Non prese poi nessun provvedimento di chiusura di istituti scolastici, parchi ed attività commerciali, nonostante "piogge forti in intensificazione".

Questi i sospetti che con tutta probabilità hanno indotto l'ente alla costituzione in giudizio nei confronti dell'ex-amministratore. Nell'ultima udienza, svoltasi in tribunale a Livorno nelle scorse ore, è inoltre intervenuta Margaret Manning, la legale che difende il Comune. E quest'ultima, pur confermando di fatto l'ipotesi sostenuta dalla pubblica accusa per quanto concerne le presunte negligenze del sindaco, ha affermato che l'eccezionale intensità delle precipitazioni avrebbe in ogni caso prodotto danni.

"L’attività messa in piedi dall’amministrazione comunale durante la tragica alluvione del settembre 2017, anche con il miglior piano di Protezione civile disponibile - le sue parole, riportate dal quotidiano Il Telegrafo - non avrebbe garantito la salvezza alle persone nelle aree investite dall’alluvione con una forza e una intensità dalla portata millenaria, come avvalorato da taluni periti inclusi quelli nominati dal Comune di Livorno nella sua veste di responsabile civile". Secondo l'avvocato, insomma, anche se Nogarin avesse preso subito tutti i provvedimenti previsti in casi del genere, difficilmente la tragedia sarebbe stata evitabile.

"È stato dimostrato che il rischio del reticolo minore è il più difficile da prevedere in caso di eventi meteo avversi - ha chiosato Manning - e i torrenti e rii di Livorno erano sprovvisti di idrometri, mentre avevano solo dei pluviometri". La prossima udienza è quindi stata fissata per il prossimo 15 settembre: fra poco meno di due mesi, dovrebbero quindi esserci novità.

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