Ciro Di Maio tornerà a processo. Il conduttore televisivo, nonché attore, è già stato arrestato un anno e mezzo fa per aver acquistato dalla Cina, con pagamento in Bitcoin, tre litri di droga dello stupro, sostanza che in alcuni Paesi non risulta essere vietata mentre, da noi, è considerata illegale. L'accusa per lui è di detenzione a fini di spaccio, viste le grandi quantità di prodotto importato in Italia. Il sostituto procuratore di Milano, Baj Macario, dopo le indagini condotte dalla Guardia di finanza di Malpensa, ha chiesto per lui il giudizio immediato.
Si tratta di un processo parallelo per Di Maio. La precedente condanna a un anno e 4 mesi di reclusione, infatti, era relativa a un'importazione di sostanza vietata dall'Olanda. In quell'occasione gli vennero riconosciute le attenuanti generiche del caso, quindi la condanna finale fu di poco più di un anno, con annessa sanzione economica da 3.800 euro. Il secondo arresto, invece, deriva da una spedizione arrivata alla Cargo City dell'aeroporto di Malpensa proveniente dalla Cina che è stata intercettata dai militari della Guardia di finanza. Ottenuta l'autorizzazione dal tribunale di Busto Arsizio, di competenza sull'aeroporto di Malpensa, è stata effettuata una consegna controllata al fine di acquisire ulteriori prove utili a individuare i responsabili del traffico di droga seguendo, in incognito ed a distanza, la spedizione fino alla consegna della stessa al destinatario.
Il pacco è stato portato dall corriere presso un'abitazione di Milano e a quel punto, quando l'addetto ha terminato il suo lavoro, consegnando il pacco al suo destinatario, è scattata l'operazione in flagranza di reato. Questo ha consentito di sequestrare la spedizione contenente circa 3 litri di Gbl e di arrestare l'importatore. A seguito di questo arresto, Di Maio è rimasto in custodia cautelare agli arresti domiciliari ma allo scadere dei termini di legge è tornato in libertà. Durante l'operazione, i finanzieri hanno perquisito l'abitazione dell'arrestato ed hanno trovato altro Gbl, cocaina e mefedrone.
La droga dello stupro, secondo l'accusa, veniva utilizzata da Ciro Di Maio oppure ceduta, quindi inviata ad altre destinazioni anche tramite l'utilizzo di ignari corrieri. Per maggiore sicurezza nella tracciabilità, i flaconi venivano pagati mediante valuta elettronica e ne flacone era indicato come contenuto il silicone. Una strategia ben nota alle forze dell'ordine.
In sede di convalida davanti al Gip, Di Maio si era avvalso della facoltà di non rispondere ma aveva rilasciato dichiarazioni spontanee: "La droga era per uso personale. Non l'ho mai ceduta ad altri". Ha, quindi, preferito tenere la stessa linea difensiva tenuta nel primo processo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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