"Su Open conflitto di interessi". La Consulta sconfessa i pm di Firenze

I giudici costituzionali dovranno ora decidere se i pm avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione al Senato. Ammissibile anche il conflitto sui vitalizi

"Su Open conflitto di interessi". La Consulta sconfessa i pm di Firenze

La Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri sollevato lo scorso febbraio dall'Aula dei Senato nei confronti della procura di Firenze e relativo all'acquisizione agli atti dell'inchiesta sulla Fondazione Open di chat ed email relativi al senatore Matteo Renzi, leader di Italia viva. Si attende ora che venga fissata un'udienza pubblica.

La fondazione Open ha finanziato la scalata politica di Matteo Renzi e gli eventi della Leopolda di Firenze ed è al centro di un'inchiesta da parte della procura di Firenze. Al termine della camera di Consiglio che si è svolta questa mattina, però, la Corte costituzionale ha giudicato ammissibile la richiesta del Senato di sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato con riguardo "agli atti posti in essere nell'ambito di un procedimento penale pendente dinanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze nei confronti del senatore Matteo Renzi". Una decisione che sconfessa i pm di Firenze che da anni indagano sulla questione.

Il prossimo passo dei giudici costituzionali sarà il giudizio di ammissibilità e a quel punto sarà necessario decidere se i magistrati fiorentini, che hanno inserito nel fascicolo dell'inchiesta chat ed email risalenti a quando Matteo Renzi era già senatore, avrebbero dovuto chiedere anticipatamente formale autorizzazione al Senato per l'acquisizione di quella documentazione. Infatti, il Senato equipara quel materiale a una intercettazione e, trattandosi di un parlamentare, il limite tra lecito e non lecito è molto sottile.

Nella seduta di questa mattina, la Corte costituzionale è intervenuta anche sul tema dei vitalizi, approvando l'ammissibilità del conflitto tra poteri che è stato sollevato dalla Camera verso il tribunale di Lecce. Il caso è quello della pignorabilità dei vitalizi dei deputati, sollevato dopo due ordinanze adottate dalla sezione commerciale nell'ambito di un procedimento esecutivo nei confronti di un ex deputato titolare di assegno vitalizio.

Ovviamente, come nel caso della fondazione Open, nessuna decisione è stata ancora presa e si tratta solo del primo vaglio inerente esclusivamente l'ammissibilità del conflitto. Il dibattito sul merito sarà esaminato dopo un'udienza pubblica che dovrà essere fissata a Palazzo della Consulta.

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