"Avevamo un accordo...". La moglie di Genovese smentisce le violenze

Durante l'inchiesta, la moglie di Alberto Genovese affermò di non conoscerlo come uomo violento. Il percorso riabilitativo dell'imprenditore ha comportato diverse donazioni

"Avevamo un accordo...". La moglie di Genovese smentisce le violenze
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Il percorso di riabilitazione di Alberto Genovese è culminato con la notizia del suo matrimonio con una vecchia amica ed ex fidanzata degli anni universitari. Le nozze sono avvenute l’11 dicembre 2022 in municipio, con la sola presenza di sposi e testimoni, in un periodo in cui Genovese era ancora in comunità terapeutica. Lui e la moglie erano stati fidanzati per quattro anni prima che lui iniziasse a fare uso di droghe. La donna fu ascoltata in sede di indagine nell’inchiesta per abusi sessuali sull’imprenditore.

La testimonianza della moglie

Quarto Grado ha fatto ascoltare una ricostruzione di quella testimonianza, con le parole che risultano dalla documentazione degli inquirenti. D. - non viene reso noto il suo nome - avrebbe raccontato di aver incontrato Genovese a pranzo il 10 ottobre 2020. “Sapevo che ci sarebbe stata una festa in serata, ma Alberto sapeva che non mi sarei fermata. C’era una specie di accordo con lui al riguardo. Io avrei continuato a frequentarlo, ma lontano dalle feste”, ha detto agli inquirenti.

Successivamente, la donna sarebbe stata al corrente di un “gioco finito male” con una giovane, per cui l’imprenditore avrebbe risolto con un regalo a lei e alla madre. “Non ho mai visto Alberto come un uomo violento”, ha dichiarato, e ancora: “In tutto il tempo che sono stata accanto ad Alberto, non ho mai visto o sentito di qualche ragazza che sia scappata perché si è sentita aggredita o molestata da lui. Mai ho assistito a un episodio di violenza da parte sua”.

Il percorso riabilitativo

Alberto Genovese, è stato condannato nel 2022 a 8 anni e 4 mesi per cessione di stupefacenti e due episodi di violenza. Il 24 ottobre andrà nuovamente a processo con le accuse di violenza e detenzione di materiale pedopornografico: in quell’occasione il giudice deciderà se uscire dal carcere, anche in virtù del suo percorso riabilitativo, la “presa di consapevolezza del disvalore delle sue azioni”.

La giovane che denunciò di essere stata oggetto di violenza a Terrazza Sentimento, l’attico dell’imprenditore a Milano, è stata risarcita con 50mila euro, più 80mila euro di provvisionale in vista del giudizio civile. Un’altra giovane aveva denunciato Genovese per violenze a Ibiza: non ha voluto un risarcimento per sé, ma che fosse versata una cifra a un’associazione che si occupa di donne vittime di violenza. A questa associazione sono stati versati 100mila euro. Di una cospicua offerta da parte di Genovese ha beneficiato anche il Moige, per la realizzazione di una campagna contro la tossicodipendenza.

Infine

Genovese ha fondato un’associazione per aiutare le persone che assumevano droghe alle sue feste e una fondazione intitolata al nonno, che offre di pagare percorsi riabilitativi per le persone tossicodipendenti.

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