"Condannato a morte, ve la faremo pagare". Gli anarchici minacciano ancora

La corte di Cassazione ha respinto il ricorso del legale di Alfredo Cospito: l'anarchico dovrà continuare la reclusione in 41-bis. Sale la protesta

"Condannato a morte, ve la faremo pagare". Gli anarchici minacciano ancora

La corte di cassazione ha respinto il ricorso per la revoca del 41-bis ad Alfredo Cospito, il leader anarchico, in sciopero della fame da quasi quattro mesi, detenuto nel reparto penitenziario dell'ospedale San Paolo di Milano. Da questa mattina decine di manifestanti si sono radunati davanti al Palazzaccio in attesa della sentenza e non sono mancati momenti di tensione con giornalisti e forze dell'ordine. Tensioni che si sono acuite quando è stata resa nota la decisione della Cassazione. "Assassini, assassini", è il grido degli anarchici in piazza Cavour.

Pochi minuti dopo la sentenza, i manifestanti hanno iniziato a rimuovere gli striscioni, senza però interrompere i cori contro i giudici che hanno rigettato la richiesta di revoca. La piazza è presidiata dalle forze dell'ordine e non è chiaro ora se i manifestanti andranno in corteo o se si disperderanno. La situazione è tenuta costantemente sotto controllo. "La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'avvocato Flavio Rossi Albertini per la revoca del 41bis ad Alfredo Cospito. Lo Stato lo ha condannato a morte", scrive su Facebook il circolo Galipettes di Milano.

Davanti al Palazzaccio sono stati esposti fin dal mattino gli striscioni dei manifesti in sostegno di Cospito. "Lo Stato democratico con il 41 bis tortura" e "Fuori Alfredo dal 41 bis" si leggeva in alcuni di questi. Ieri, uno striscione è stato srotolato dalle terrazze dell'Altare della Patria a Roma e per quell'azione sono stati identificate quattro persone. "Se Alfredo muore, ve la faremo pagare", scandisce uno dei manifestanti davanti alla Corte di Cassazione, aggiungendo: "La nostra voglia di libertà è più forte della vostra autorità". Col passare delle ore il numero dei manifestanti è aumentato. Tra i presenti anche l'anarchico Lello Valitutti, che da settimane minaccia lo Stato.

Nel corso del suo intervento al megafono, ha ricordato i "compagni delle Brigate Rosse al 41 bis" e ha affermato: "È finito il tempo delle manifestazioni e dei cortei.

Da oggi inizia il momento della lotta. Non lasceremo morire Alfredo senza tentare il tutto per tutto. Lui mette in gioco la sua vita e noi mettiamo in gioco la nostra. Se Alfredo muore sarà l'inferno per i ricchi in questo Paese, sarà lotta".

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