Clamoroso colpo di scena nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate: il giudice istruttore Michel Claise ha deciso di lasciare la guida dell'indagine giudiziaria. Lo rende noto la procura federale belga. "In via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo", scrive la stessa procura in una nota. Nel dossier si evidenzia che "di recente sono comparsi alcuni elementi che potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell'indagine". Con il ritiro di Claise dal caso, "sarà quindi un altro giudice istruttore, già più volte intervenuto in precedenza nel caso, ad assumere la direzione delle indagini".
Perché il giudice Claise ha lasciato il Qatargate
I motivi della decisione del giudice istruttore di rinunciare a guidare l'indagine su Qatargate sarebbero legati al fatto che - secondo quanto si è appreso da fonti qualificate - uno dei suoi figli avrebbe lavorato con una persona che è in rapporti stretti con un inquisito. Poco dopo si comprenderà la vera causa di imcompatibilità di Michel Claise: il figlio maggiore, Nicholas, ha co-fondato "in quote paritetiche con altri cinque azionisti la società Brc&Co, specializzata nella vendita di cbd, la cannabis venduta legalmente". Una società della quale i due sono ancora oggi co-azionisti. Tra gli azionisti c'è Ugo Le Maire, figlio dell'europarlamentare Maria Arena. Mai indagata, ma finita spesso nell'inchiesta. Secondo il quotidiano belga Le Soir la decisione del giudice è arrivata subito dopo una lettera dell'avvocato di Marc Tarabella, Maxim Toeller, inviata direttamente al giudice, informandolo della scoperta della scoperta e chiedendogli di dimettersi. In caso contrario - si legge nell'articolo - il legale avrebbe presentato un secondo ricorso, dopo la richiesta di ricusazione presentata a febbraio ma poi respinta dalla giustizia belga.
66 anni, avvocato per circa 20 anni, poi giudice istruttore, Claise è stato sempre l'uomo che riusciva a scovare i reati finanziari in una città come Bruxelles, che concentra interessi e mire di mezzo mondo. Famoso per aver istruito casi di un certo rilievo nel Belgio, è noto per la sua inflessibilità ma anche per le sue comparsate tv. "Combattiamo guerre con le catapulte contro criminali molto più attrezzati", aveva dichiarato il giudice della "tangentopoli" che ha scosso nel dicembre 2022 l'Unione europea. Nell'intervista alla belga RTL TVI sulla corruzione nel suo Paese a ottobre denunciava la mancanza di mezzi e di cooperazione da parte della politica. Dopo sei mesi da quella esplosione giudiziaria, arriva dunque la notizia odierna sul suo addio a questa inchiesta.
L'addio di Claise dopo la messa in stato di fermo di Cozzolino
Il tutto avviene al termine in una giornata in cui il parlamentare europeo Andrea Cozzolino si trova in stato di fermo a Bruxelles nell'ambito dello stesso Qatargate. Questo è quanto era stato riferito dal portavoce della procura federale della capitale belga al termine di un interrogatorio fiume durato quasi quattro ore tra lo stesso eurodeputato e il giudice istruttore (ormai ex) Michel Claise, che era alla guida delle indagini. "Il giudice dovrà ora verificare la testimonianza offerta da Cozzolino e domani deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico", spiega il portavoce.
Subito dopo era arrivata anche una dichiarazione ufficiale degli Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri de Beco, che sono i legali dell'europarlamentare sospeso da Partito Democratico: "L'on. Cozzolino ha risposto a tutte le domande poste dal giudice Claise, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar - sottolineano -. Resterà a disposizione delle autorità belga per il prosieguo delle attività investigative, che continueranno già domani, come prevede il codice di istruzione belga, con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria".
Il mandato d'arresto europeo (cancellato) per Cozzolino
Lo scorso 15 giugno la giustizia belga aveva revocato il mandato d'arresto europeo emesso il precedente 10 febbraio nei confronti di Andrea Cozzolino. Dopo di che la Corte d'Appello di Napoli aveva cancellato i domiciliari disposti il giorno successivo. L'europarlamentare si è quindi recato nella città di Bruxelles, come anticipato dai suoi legali, per rendere interrogatorio e restare a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il portavoce della Procura federale belga ha fatto sapere che i giudici "non hanno preso alcuna decisione riguardo all’europarlamentare".
Cozzolino era stato chiamato in causa nei mesi scorsi da Francesco Giorgi, suo assistente e marito della ex vicepresidente socialista del Parlamento europeo Eva Kaili. Il suo nome è legato al Marocco: avrebbe redatto risoluzioni d'urgenza per Rabat e avrebbe avuto rapporti pur "esclusivamente personali e amicali" con l'ambasciatore marocchino a Varsavia, Abderrahim Atmoun, figura chiave per gli affari del Paese del Maghreb in Ue. Da alcuni verbali, è emerso inoltre che proprio Giorgi avrebbe custodito i soldi dell'esponente politico napoletano.
Il sospetto dell'accusa è che Cozzolino si sia anche recato in Marocco con un volo pagato "dai servizi segreti di Rabat". Ma è doveroso precisare che, su questo punto, non c'è alcuna conferma che l'eurodeputato campano fosse mai salito su quell'aereo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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