La sua presenza non era prevista. Ma a sopresa in tribunale c'era anche lei. Silvia (nome di fantasia), la studentessa italo-norvegese che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di stupro di gruppo, ha voluto esserci per ascoltare la testimonianza dell'amica Roberta, l'altra protagonista di quella controversa notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Le due ragazze sono entrambe parti offese nel procedimento per violenza sessuale di gruppo contro il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e i suoi amici Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. Nelle udienze di oggi e domani a parlare davanti ai giudici è stata Roberta, poi toccherà all'amica che per prima aveva denunciato le violenze.
"Devo farmi forza", l'accusatrice di Grillo presenzia in tribunale
Quest'ultima, pur non essendo stata convocata, si è presentata in tribunale a Tempio Pausania (Sassari) assieme ai suoi avvocati, Giulia Bongiorno e Dario Romano. "Ora devo farmi tanta forza", ha confidato la giovane a Bongiorno, come racconta il Corriere. Una frase che racconta la fatica con cui la ragazza deve ora affrontare il percorso più doloroso e impegnativo allo stesso tempo: quello dell'accertamento della verità attraverso il racconto di quella movimentata notte davanti ai giudici. Così, dopo "essersi fatta forza", Silvia è entrata in tribunale. La giovane avrebbe anche potuto assistere all'udienza di Roberta, ma gli avvocati dei ragazzi si sono opposti. E così la ragazza è stata fatta allontanare.
Silvia aveva denunciato per prima di essere stata violentata, accusando i quattro ragazzi di aver abusato di lei. Dapprima - stando alla sua denuncia - il solo Corsiglia e poi gli altri tre tutti assieme, dopo averla fatta bere a forza. Ora a esporre la propria testimonianza è Roberta, che aveva già raccontato la propria drammatica versione dei fatti ai carabinieri della compagnia duomo di Milano. "Quando mi sono svegliata ero sola, sul divano in sala", aveva detto. E ancora: "Saranno state le 12.30 o le 13. Mi sono alzata e sono andata a cercare Silvia. L'ho trovata nella prima stanza a destra, nel letto,nuda, ed era sola. L'ho svegliata, l'ho vista molto confusa e sconvolta, aveva tutto il trucco colato, si guardava attorno, credo che non riuscisse a capire dove si trovasse. Mi è capitato di vederla ubriaca in altre occasioni, ma mai in quello stato, quindi in quel caso non mi è sembrato che fosse per gli effetti dell’alcol. Le chiedevo che cosa fosse successo, soprattutto avendola vista nuda nel letto, lei inizialmente non mi rispondeva. Poi glielo chiedevo di nuovo e alla fine mi rispondeva: 'Mi hanno violentata'. 'Chi?', ho chiesto. E lei: 'Tutti'. Le chiedevo cosa voleva che facessi. E lei: 'andiamo via di qui'...".
Secondo quanto già ricostruito dalla stessa Roberta, a un tratto Ciro urlò con qualcuno. "Era molto irritato perché avrebbe voluto un rapporto con Silvia e invece stava succedendo a Corsiglia. L'altra persona cercava di calmarlo: 'Tanto è brutta, ne trovi un'altra domani'...". La giovane aveva anche raccontato che, una seconda volta, mentre dormiva, Ciro le si sarebbe avvicinato e le avrebbe chiesto se era sicura di voler dormire sul divano o se volesse andare con lui. "Ho risposto che stavo benissimo e che volevo solo dormire, e si è allontanato senza insistere". E infine la terza volta: "Non ricordo se ero già sveglia o se mi ha svegliato Silvia. Ero sdraiata sul divano, lei era accanto a me, in accappatoio e stava piangendo. Le ho chiesto cos’era successo ma lei piangeva singhiozzando e non mi ha risposto. Continuava a piangere ma mi ha detto: 'Non preoccuparti, va tutto bene, sto bene'...". Così Roberta si era allontanata, perdendo di vista l'amica fino alla tarda mattinata successiva.
"La mia vita sconvolta". La presunta vittima in lacrime
Nell'odierna udienza, ripercorrendo quelle vicissitudini finite al vaglio dei giudici, la ragazza è scoppiata in lacrime. "La mia vita è sconvolta", ha ripetuto. Poi il Presidente Marco Contu ha sospeso per venti minuti l'udienza. Fuori dall'aula, l'avvocato Giulia Bongiorno, che difende l'altra presunta vittima, la giovane italo-norvegese, ha parlato di un'udienza "a tratti drammatica, perché per la prima volta abbiamo avuto la ricostruzione, dalla viva voce di una delle protagoniste di quello che è accaduto". Drammatica - ha proseguito - "perché per la prima volta il tribunale ha potuto vedere e non solo leggere sui giornali, il dolore e la sofferenza delle ragazze. Oggi non è stata ascoltata la mia assistita, ma di fatto il testimone chiave è proprio questa ragazza, che è stata particolarmente efficace e lucida. E ora ha dovuto interrompere perché ha parlato del suo sconvolgimento di vita". Secondo quanto riferito da Bongiorno, la ragazza ha iniziato a piangere proprio quando "ha dovuto ricostruire quello che le è successo". La teste, ha aggiunto l'avvocato, ha messo "una pietra angolare direi sulla ricostruzione della vicenda".
I giudici chiaramente ascolteranno anche le ragioni e le versioni della controparte. In apertura della dodicesima udienza, la difesa aveva sollevato la questione della composizione del collegio giudicante, modificato dopo il trasferimento del giudice Nicola Bonante a Bari, il quale è stato sostituito da Alessandro Cossu in occasione della precedente udienza, il 10 luglio scorso. L'istanza di rinvio è stata ripresentata dai difensori di Corsiglia, Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle, i quali hanno sostenuto la necessità di mantenere la stessa composizione del collegio per tutta la durata del processo. "È diritto degli imputanti e delle altre parti che il giudice che pronuncia la sentenza", ha detto stamane all'Agi l'avvocata Cuccureddu, "sia uguale a quello che ha raccolto le prove".
Le difese hanno poi sollevato un'altra questione preliminare. Il tribunale, dunque, deve ancora decidere se ascoltare le registrazioni o dare lettura delle 19 testimonianze a beneficio del nuovo giudice. Non è stata accolta la richiesta di rinviare il processo
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