Imam estremista, il giudice convalida l'espulsione

L’uomo è anche indagato dalla Procura di Bologna con l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere

Imam estremista, il giudice convalida l'espulsione
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Questa mattina si è tenuta l’udienza di convalida per l'espulsione dell'imam del centro islamico di Bologna, Zulfiqar Khan. Dopo essersi riservato sulla decisione, il giudice del Tribunale civile, Emanuela Romano, ha confermato l'espulsione del pakistano di 54 anni. La conferma è arrivata direttamente dall'avvocato dell'uomo, Francesco Murru: "Prendiamo atto della decisione del tribunale civile di Bologna sezione immigrazione, di convalidare di provvedimento di espulsione del ministro Piantedosi a carico dell'Imam Zulfiquar".

"Pur avendo la difesa presentato tutte le motivazioni formali e sostanziali ostative alla convalida, espresse anche personalmente da Zulfiquar, come ha chiarito la stessa pronuncia del Giudice, il controllo dell'autorità giudiziaria ordinaria sul provvedimento di allontanamento deve essere limitato alla regolarità e tempestività della misura adottata dal questore, senza che il giudice della convalida debba o possa esercitare un controllo sulle ragioni dell'atto, valutazione rimessa all’eventuale giudizio di merito da promuoversi davanti al Tribunale Amministrativo Regionale", ha aggiunto il legale dell'imam. Zulfiqar, definito molto sereno, s'è detto fiducioso verso le istituzioni e la magistratura. L'uomo ha conferito mandato anche per presentare entro i termini il ricorso al Tar.

Nel decreto di allontanamento firmato ieri dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è emerso che l’imam della moschea di via Jacopo di Paolo "ha esaltato li martirio dell'operato dei mujahidin nell'ambito dell'odierno conflitto israelo-palestinese, definendoli come martiri che hanno perso al vita e rivendicando il suo pieno sostegno all'organizzazione terroristica Hamas". Inoltre, il religioso avrebbe manifestato a più riprese "una visione integralista del concetto di jihad, arrivando a definirlo quale pilastro della religione islamica e quale principio che imporrebbe al musulmano di combattere sempre e comunque in favore dell'Islam, partecipando attivamente alla lotta contro gli infedeli".

Nel mirino delle autorità i suoi sermoni, nei quali avrebbe utilizzato più volte espressioni discriminatorie nei confronti degli omosessuali (l’omosessualità sarebbe stata definita “una malattia da curare”) e delle donne. Un quadro che ha spinto il Viminale a emettere il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Ma c’è di più. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, l’imam pakistano è anche indagato dalla Procura di Bologna con l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere, sulla base di alcune dichiarazioni fatte.

L’imam ha respinto con forza gli addebiti nei suoi confronti: “Vengo indicato socialmente pericoloso solo per aver, nell'ambito della mia attività di leader religioso, espresso delle opinioni personali in relazione al conflitto israelo-palestinese".

Secondo Zulfiqar Khan, l’espulsione sarebbe da ricondurre a una ritorsione nei suoi confronti per aver presentato una querela per diffamazione nei confronti di esponenti di Lega e FdI: “Speriamo non si arrivi alla creazione di liste di proscrizione nei confronti di esponenti religiosi di fede islamica non graditi al Governo”. Altrettanto tranchant il suo difensore, l’avvocato Francesco Murru, per il quale "spiace constatare che siamo tornati ad uno stato di polizia e al perseguimento di presunti reati d'opinione”.

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