File segreti di Messina Denaro: revocati i domiciliari a Giorgio Randazzo

Il tribunale del Riesame di Palermo ha revocato gli arresti domiciliari del consigliere comunale. Confermata, invece, la misura cautelare per il carabiniere Luigi Pirollo

File segreti di Messina Denaro: revocati i domiciliari a Giorgio Randazzo
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Emergono importanti novità riguardo l’inchiesta relativa alla presunta sottrazione e tentativo di vendita al fotografo Fabrizio Corona di numerosi file riservati sulla cattura del latitante mafioso Matteo Messina Denaro. Infatti, il tribunale del Riesame di Palermo ha revocato gli arresti domiciliari imposti al consigliere comunale di Mazara del Vallo (in provincia di Trapani), Giorgio Randazzo, accusato di ricettazione. Rimane ai domiciliari, invece, l’altro indagato, il carabiniere Luigi Pirollo, accusato di accesso abusivo al sistema informatico e di violazione del segreto d’ufficio.

Le accuse e l'arresto

Il carabiniere e il politico sono finiti agli arresti domiciliari qualche settimana fa. Secondo le prime ricostruzioni del procuratore aggiunto Paolo Guido e degli stessi carabinieri dei Comandi provinciali di Palermo e Trapani, Pirollo avrebbe sottratto esattamente 768 file – accedendo così abusivamente ai sistemi informatici dell’Arma – che poi avrebbe passato al consigliere comunale. Quest’ultimo, sempre secondo l’accusa – avrebbe poi contattato direttamente l’ex re dei paparazzi, Fabrizio Corona, per rivendergli il materiale. È a questo punto che Corona, insieme all’amico Moreno Pisto, direttore del giornale online Mow, sarebbe andato dalla polizia. Così, il carabiniere ed il politico trapanese sono finiti ai domiciliari.

La revoca dai domiciliari

Adesso, per il consigliere comunale di Mazara del Vallo arriva la revoca degli arresti in casa. Il Tribunale di Palermo ha anche accolto le richieste formulate in sede di riesame dall'avvocato di Randazzo, Massimiliano Di Giorgi, che aveva sollevato l’eccezione circa la non competenza dell’autorità giudiziaria palermitana in quanto l’eventuale reato sarebbe stato commesso a Mazara del Vallo e, quindi, di competenza del Tribunale di Marsala. Randazzo, dal canto suo, aveva respinto le accuse a suo carico, esattamente come l’altro indagato, il carabiniere Luigi Pirollo; tuttavia, per quest'ultimo la misura degli arresti domiciliari è stata confermata. Nel frattempo, il consigliere comunale è tornato sui social pubblicando un lungo post e raccontando i 19 giorni di domiciliari: “Da oggi sono un uomo libero. Il Tribunale del Riesame ha accolto tutte le motivazioni dell’ Avv. Di Giorgi circa l’illegittimità della mia detenzione ed escludendo il mio caso dalla competenza della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Per la prima volta in vita mia sarò costretto a parlare di me e della mia storia.

19 giorni in cui il la mia casa è stata trasformata in prigione, forse, per la necessità di qualcuno di riempire un vuoto mediatico. 19 giorni di “bavaglio” a chi non ha mai indietreggiato di un millimetro dinanzi all’ipocrisia e all’omertà che pervade le radici di questa terra “bellissima e disgraziata".

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