Incinta malgrado l'intervento di sterilizzazione finalizzato a tutelare la sua salute, per la donna arriverà un risarcimento di 138mila euro distribuiti nell'arco di tempo di 23 anni. Questo quanto disposto dal giudice del tribunale di Macerata.
Il caso
La storia risale al 2011, quando era stata presa la decisione di procedere con una sterilizzazione tubarica a seguito di alcune gravidanze difficili. La donna, all'epoca 35enne, aveva appena avuto il suo secondo figlio, non senza difficoltà e complicazioni. Per lei era stato infatti necessario ricorrere al terzo cesareo (il primo dovuto alla nascita del figlio maggiore, il secondo dovuto a un intervento per salvaguardare la sua salute).
Da qui il consiglio dei medici di effettuare una sterilizzazione tubarica, così che la paziente non dovesse affrontare una nuova gravidanza in futuro. L'intervento, effettuato con una tecnica chiamata Pomeroy, era stato effettuato presso l'ospedale di Macerata.
Tutto sembrò procedere per il meglio, fino a quando, a distanza di poco tempo, la donna non cominciò ad avvertire dei dolori all'addome, particolarmente concentrati di notte. Di lì a breve la scoperta: era di nuovo incinta, di 5 mesi.
Fortunatamente la gravidanza non ebbe problemi di sorta ma, una volta ristabilita, la protagonista della vicenda decise di chiedere conto di quanto le era accaduto. Ci furono prima alcuni tentativi di conciliazione con l'Asur, non andati a buon fine, quindi il legale della donna, l'avvocato Laura Antonelli, entrò in causa civile con l'azienda sanitaria.
La consulenza tecnica
Il contenzioso è durato anni, fra rinvii, cambio di giudici e, per ultima, l'emergenza sanitaria che ha interessato tutto il mondo. Per cercare di comprendere le effettive responsabilità dell'azienda sanitaria, il tribunale ha disposto una consulenza tecnica, nominando il ctu Marco Di Tommaso.
L'esperto, a conclusione della sua verifica, ha affermato di non poter stabilire la presenza o meno di errori durante l'intervento di sterilizzazione, mancando dei dati a riguardo, ma ha spiegato che la scelta del tipo di intervento praticato alla paziente (la Pomeroy) non fu la più corretta. La Pomeroy ha infatti delle percentuali di successo decisamente inferiori rispetto, ad esempio, al metodo Irving, altra procedura di sterilizzazione.
La condanna
Conclusa l'istruttoria, il giudice del tribunale di Macerata Umberto Rana ha condannato l'Asur a risarcire la famiglia.
Per la precisione si tratta di un risarcimento pari a 138mila euro, suddivisi in 500 euro al mese, che serviranno a mantenere il bambino fino al 23esimo anno di età.Ai 138mila euro dovranno inoltre aggiungersi 14.700 per il danno biologico. La sentenza è definitiva, in quanto l'azienda ha deciso di non ricorrere in appello.
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