Ancora una volta, un gruppo musicale è finito nel mirino della procura per i contenuti dei suoi brani e social. Con sempre maggiore frequenza, nel nel nostro Paese la musica diventa strumento di propaganda politica estremista, soprattutto a sinistra. Probabilmente è un fenomeno legato all'offuscamento della memoria storia su certi temi, perché se da un lato (giustamente) nelle scuole si spiega cos'è stato il fascismo e se ne espongono le pieghe più drammatiche, dall'altra sembra non si trovi mai il tempo (o la volontà) di spiegare cosa sia stato l'estremismo rosso e cosa abbiano rappresentato, per esempio, le Brigate rosse per il nostro Paese.
Sembra ci sia una tendenza a dimenticare i drammi vissuti dall'Italia per mano degli estremisti di sinistra, con conseguenze ovvie sulle nuove generazioni, che mitizzano e cercano l'emulazione. Un esempio è la band P38, i cui membri sono stati sottoposti a indagine per istigazione a delinquere da parte della procura di Torino. Basterebbe anche solo il nome per capire che si è davanti a qualcosa che, da un certo punto di vista, esula dalla musica. La P38, infatti, è un'arma calibro 9 mm parabellum, che veniva spesso usata dai gruppi armati extraparlamentari durante gli Anni di piombo. In origine, questa era un'arma in dotazione all'esercito tedesco, le cui scorte vennero sottratte dai partigiani che, alla fine della guerra, vennero cedute.
Con questo nome, il gruppo musicale ha prodotto numerosi brani di ispirazione estremista, oltre che un album dedicato alle Brigate Rosse, che ha come copertina l'inequivocabile immagine del cadavere di Aldo Moro all'interno della vettura in cui venne ritrovato. In mattinata i carabinieri e la polizia di Torino, supportati dagli uffici territoriali di Bologna, Bergamo e Nuoro, hanno eseguito perquisizioni nei confronti dei quattro componenti della band: è stato sequestrato materiale informatico utile alla prosecuzione delle indagini.
Il gruppo musicale durante i suoi concerti portava sul palco, spesso dei centri sociali, bandiere delle Brigate Rosse e cantava brani con espliciti riferimenti al gruppo terrorista: "Renault", l'auto in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro il 9 maggio '78, "Nuove BR", "Giovane Stalin" e "Ghiaccio Siberia", sono alcuni dei titoli. L'indagine è partita a seguito di una segnalazione della figlia di Moro, Maria Fida e del figlio di un carabiniere vittima dalle Brigate Rosse, Bruno D'Alfonso, che un po' di tempo fa hanno esposti contro la band.
Le perquisizioni sono arrivate a poche ore di distanza dalla pubblicazione di alcuni post sul profilo social del gruppo in cui si celebra l'anniversario di uscita dell'album "nuove Br" attraverso
la stampa della cover in edizione limitata e numerata. È facile intuire quali siano stati i commenti sotto il post, soprattutto da parte di adolescenti. La scorsa estate la band si è sciolta ma sembra continuare a operare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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