"L'ho uccisa io alle 17:53". Seung confessa l'omicidio della dottoressa Capovani

Gianluca Paul Seung, principale indiziato per la morte della dottoressa Barbara Capovani, ha confessato il delitto davanti ai giudici. Con un discorso non privo di tratti surreali, ha lanciato pesanti accuse alla vittima

Gianlunca Paul Seung, reo confesso dell'omicidio di Barbara Capovani
Gianlunca Paul Seung, reo confesso dell'omicidio di Barbara Capovani
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Il principale indiziato ha confessato, nel corso dell'udienza del processo iniziato lo scorso dicembre: Gianluca Paul Seung ha confessato di aver aggredito e ucciso nell'aprile del 2023 la psichiatra Barbara Capovani, all'esterno del Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Pisa dove lei lavorava. Una confessione che sembra quindi confermare i sospetti e che a questo punto può rappresentare una svolta: è la prima volta che l’uomo ammette il delitto di fronte ai giudici. Anche se l'imputato, ex-paziente della vittima, aveva già ammesso le proprie responsabilità con i periti che dovevano valutare la sua capacità di intendere e di volere.

Il giovane aveva un profilo psicopatico con disturbo di personalità paranoideo ma pienamente imputabile, stando alla perizia che aveva richiesto il giudice per le indagini preliminari e che è stata svolta dagli psichiatri Renato Ariatti e Stefano Ferracuti. Ma in aula Seung, stando a quanto riporta il Corriere Fiorentino, ha rivolto accuse a dir poco surreali nei confronti della vittima, nel motivare la sua azione.

"Sono stato io, l'ho uccisa perché trafficava organi e aveva rapporti con la mafia. L’ho segnalato ma nessuno mi ha ascoltato e allora ho deciso di fare così - le sue parole - confermo con coraggio, non con spavalderia, di essere l'aggressore di Barbara Capovani e di averla portata alla morte il 21 aprile 2023 a Pisa nell'ospedale Santa Chiara di fronte al reparto di Psichiatria. Ad aprile 2023, dato che le mie segnalazioni non avevano effetto, decisi di ripetere l'azione, come già nel 2012, e di sfregiare Capovani e vedere di smuovere le acque. Ricordo anche l'orario preciso: erano le 17:53". Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti in un secondo momento la donna, che lavorava proprio all'ospedale Santa Chiara, venne aggredita alle spalle all'uscita dal lavoro, mentre tornava a casa.

L'aggressore l'ha colpita con violenza tale da lasciarla al suolo in fin di vita e a niente è valso il successivo ricovero della vittima: l'aggredita, ridotta ormai in condizioni gravissime, spirò nelle ore immediatamente successive al brutale pestaggio. Le forze dell'ordine avevano da subito individuato in Seung (che era a quanto pare un ex-paziente della defunta) uno dei principali sospettati. E l'uomo era quindi stato fermato con l'accusa di omicidio, anche a seguito di alcuni riscontri derivanti dalla visione delle telecamere del circuito di videosorveglianza della zona.

Sarebbe stato riconosciuto anche da un tatuaggio, da un paio di scarpe rosse e da una busta verde, mentre la sua presenza nel capoluogo pisano confermata dalle celle telefoniche. E alla luce della confessione, a breve ci saranno probabilmente ulteriori novità.

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