Quanto vale la verità? E la libertà? Una sentenza del giudice di pace di Alessandria Paolo Olezza fa discutere: «Le norme anti Covid erano ingiuste», i cittadini hanno diritto «a essere risarciti per il danno non patrimoniale» con 10 euro. Non a tutti ma solo al gruppo di cittadini che ha fatto causa a Palazzo Chigi chiedendo che venisse dichiarata illegittima la giurisprudenza emergenziale, dai lockdown all'obbligo vaccinale. Senza abbracciare posizioni negazioniste, giammai quelle No Vax (il legame vaccini-autismo è una delle più clamorose fake news della storia della scienza mondiale), è giusto ragionare sui principi che questa sentenza ha il merito di disseppellire, come la contrapposizione tra più diritti in competizione, la salute contro l'istruzione, la libertà di movimento e il diritto a non curarsi con farmaci sperimentali. È questo governo che sconfessa le decisioni del governo di Giuseppe Conte rispetto alla pandemia e ai vacccini, dice il giudice, quando ricorda che «le posizioni espresse dall'attuale credibile Consiglio dei ministri sono una sorta di confessione stragiudiziale del carattere illecito della normativa». Cosa c'era di illecito? La compressione di troppi diritti individuali, imposta «in modo ricattatorio» e attraverso l'adozione di comportamenti «non desiderati». Peraltro, diktat come l'obbligo di inocularsi «farmaci sperimentali o comunque non approvati in via definitiva» hanno portato «benefici inesistenti sul contenimento dell'emergenza epidemica».
E qui è la statistica che parla: chi non ha attuato il lockdown ha avuto comunque meno contagi e meno morti. La nostra mortalità nella prima fase della pandemia è stata tra le più alte dell'Occidente. Un po' per la conformazione familiare del Paese (tanti vecchi in casa coi giovani), un po' per l'accesso indiscriminato ai Pronto soccorso e alla sanità gratuita che hanno peggiorato il contagio, un bel po' è colpa - se ne parla in commissione Covid - delle mascherine farlocche sdoganate nonostante il marchio Ce contraffatto, declassate a mascherine «di comunità» (non più presidi medico-chirurgici) e finite sugli scaffali delle farmacie e anche negli ospedali, con l'Inail che certifica l'enorme incidenza della mortalità Covid di medici e infermieri che con quelle mascherine hanno combattuto (e perso) una guerra di trincea in corsia: 380 medici e 90 infermieri eroi morti da febbraio a maggio, quasi 14mila infermieri su 260mila ammalati. Poi ci sono altri non meglio precisati «aspetti inquietanti». Ne vengono in mente alcuni: il limite di 15 persone ai funerali, per chi ha avuto il privilegio di dare l'ultimo addio a un suo caro, senza ritrovarsi solo un sacco di ceneri e qualche effetto personale; il divieto di messe, quella di Natale anticipata alle 22 «che se Gesù nasce prima non c'è niente di male», i banchi a rotelle rottamati in magazzino con danni incalcolabili, le multe per il caffè al bancone, gli inseguimenti dei poliziotti sulla spiaggia ripresi dal drone.
Il Covid non ci ha insegnato
nulla, il Piano pandemico su cui ruotare la legislazione emergenziale è lettera morta, i buoni di allora sono diventati cattivi. Ma con 10 euro ci siamo ripresi il diritto di dire che non è andato tutto bene. Proprio no.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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