Massacrato dal rom, chiesta l'archiviazione per chi scatenò il pestaggio

Il gip del tribunale di Crotone ha chiesto l'archiviazione per il trentunenne che propiziò (indirettamente) la brutale aggressione del giovane Davide Ferrerio per mano di un ventiduenne rom. Ecco il motivo

Massacrato dal rom, chiesta l'archiviazione per chi scatenò il pestaggio

Era finito sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti perché accusato di aver indirettamente propiziato a Crotone l'aggressione a Davide Ferrerio, deviando l'attenzione dell'aggressore da se stesso all'ignaro ventenne. Il procedimento aperto nei suoi confronti va però sempre più verso l'archiviazione, in attesa di ulteriori sviluppi previsti nei prossimi giorni: pur riconoscendo la gravità del gesto, secondo la procura non poteva prevedere le conseguenze tragiche che avrebbe avuto. Questa la nuova posizione di Alessandro Curto, il trentunenne coinvolto per via indiretta nel brutale pestaggio del giovane tifoso del Bologna ad opera del ventiduenne Nicolò Passalacqua (ragazzo nato a Colleferro di etnia rom).

Stando all'accusa, era proprio Curto l'"obiettivo" iniziale del giovane rom, che aveva intenzione di pestarlo per aver scritto alla fidanzata minorenne ed averle proposto di incontrarsi. Un incontro al quale la giovanissima si presentò a quanto pare insieme alla madre e a Passalacqua. Solo che Curto, presagendo già la mala parata, sarebbe riuscito a defilarsi subito con uno stratagemma, inviando un messaggio alla ragazza:"Sono qua, ho la camicia bianca". La stessa che indossava il malcapitato Ferrerio, totalmente estraneo ai fatti, il quale ebbe tuttavia la sventura di trovarsi in quel posto proprio in quel momento, mentre aspettava un amico con cui andare a mangiare una pizza. E che fu quindi inseguito dal gruppo, raggiunto e malmenato da Passalacqua, senza che potesse dare la propria versione. Percosse che lo avrebbero ridotto in fin di vita, sulla base di quanto dichiarato dai familiari nel recente passato: il ragazzo è ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna (la città in cui viveva) ed è ormai di fatto in come irreversibile.

La madre aveva già auspicato l'allargamento delle indagini a tutti i potenziali soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda, per fare chiarezza. In carcere sono finiti per il momento Passalacqua e la quarantunenne madre della giovanissima, mentre quest'ultima risulterebbe ristretta in una struttura per minori. E il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Crotone, nell'ordinanza di arresto emessa nei confronti delle due donne, spiegherebbe secondo Repubblica che l'azione di Curto è stata sì di "un'untuosa viltà", ma che "non può essere considerata penalmente perseguibile perché l'evento tragico non era prevedibile".

In base alla tesi del gip quindi, la responsabilità dell'uomo non sarebbe in buona sostanza stata diretta: intuito di trovarsi dinanzi ad una vera e propria "spedizione punitiva" nei suoi confronti, avrebbe agito in primis per sottrarsi alle botte. Anche se a pagarne dazio fu Ferrerio.

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