Migranti, i giudici sostengono l'Ong francese: "Profili di incostituzionalità nel dl Piantedosi"

Il tribunale di Brindisi asseconda l'Ong e pone la questione alla Consulta. Gli avvocati sostengono che l'Italia non può sanzionare navi straniere che operano in acque internazionali

Migranti, i giudici sostengono l'Ong francese: "Profili di incostituzionalità nel dl Piantedosi"
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L'alleanza tra i tribunali italiani e le Ong si rinsalda ulteriormente con la decisione del tribunale di Brindisi di rinviare alla Corte Costituzionale il giudizio sul ricorso proposto da Sos Mediterranee, relativo alla nave Ocean Viking. La Ong francese ha deciso di ricorrere al tribunale pugliese a seguito del fermo amministrativo imposto il 9 febbraio di quest'anno a fronte della violazione del decreto Piantedosi sull'immigrazione clandestina. Rispondendo al ricorso dell'organizzazione, il tribunale ha deciso di sollevare la questione di costituzionalità sul Decreto legge 1/2023 poi convertito in legge 15/2023, ritenendo "non manifestatamente infondati profili di incostituzionalità" del decreto contestati da Sos Mediterranee.

Le autorità italiane hanno imposto il fermo alla nave sulla base delle indicazioni fornite dalla Guardia costiera libica, competente per l'area Sar in cui la nave ha effettuato le operazioni di recupero dei migranti. Le organizzazioni, supportate anche dalla sentenza di un tribunale calabrese che non legittima lo Stato libico e il suo corpo militare marittimo, non riconoscono l'autorità della Guardia costiera dello Stato africano. A seguito del fermo, la nave aveva l'obbligo di restare in porto per venti giorni ma il giudice del tribunale di Brindisi, accogliendo positivamente il ricorso d'urgenza, decise di sospendere il provvedimento, permettendo alla nave di tornare in mare prima della scadenza del termine, il 21 febbraio.

La difesa della Ong francese, davanti al giudice di Brindisi, ha presentato l'istanza di incostituzionalità, sostenendo che "non può essere sanzionata una condotta che è finalizzata a salvare la vita di altri" e che nel decreto esistano elementi di dubbia costituzionalità, con particolare riferimento al rispetto del principio di proporzionalità e ragionevolezza della sanzione. Nel caso in cui passasse la linea della difesa della Ong, se venisse accordata la non sanzionabilità della condotta delle Ong, verrebbe meno il reato di clandestinità per i migranti che entrano nel territorio italiano a senza documenti con una nave della flotta civile.

Inoltre, oltre a discutere sulla sanzione comminata a seguito del verbale redatto dalle autorità di un altro Stato, che sarebbe illegittima, gli avvocati della Ocena Viking sostengono che secondo la sanzione dell'Italia nei confronti di una nave battente bandiera norvegese che opera in acque internazionali è incostituzionale. Quindi, per questo principio, qualunque nave potrebbe sbarcare impunemente clandestini in Italia senza che il nostro Paese possa reagire. E questo pone un altro quesito: se i Paesi interni dell'Unione possono sospendere la libera circolazione di merci e persone, ponendo in pausa il trattato di Schengen in nome della tutela del territorio dall'immigrazione illegale, allora anche l'Italia dev'essere autorizzata a farlo.

Ma nel nostro Paese, un ministro che ci ha provato si trova attualmente a processo per sequestro di persona e rischia fino a sei anni di carcere. Per altro tra le esultanze proprio delle Ong. I camion che passano le frontiere con a bordo i clandestini vengono sanzionati, mentre le navi dovrebbero essere accolte con ogni onore.

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