Colpo di coda delle toghe: un siluro al decreto Ong

Una giudice di Brindisi ha sospeso il fermo della Ocean Viking. La sinistra era scesa in piazza per chiederne la "liberazione"

Colpo di coda delle toghe: un siluro al decreto Ong
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Un altro siluro al decreto Piantedosi, che ha limitato gli sbarchi dei migranti in Italia dalle navi delle Ong. La giudice del tribunale di Brindisi ha «graziato», ieri, Sos Mediterranee, fra le Organizzazioni non governative più irriducibili, sospendendo il fermo della sua nave, Ocean Viking, bloccata dal 9 febbraio. Un altro caso Apostolico, collega del tribunale di Catania, che non aveva avallato il trattenimento di migranti illegali tunisini? O simile ai fasti di qualche anno fa quando altri magistrati graziavano Carola Rackete o davano ragione ad altre navi di Ong, che facevano quello che volevano portando i migranti da noi.

Sarà un caso, ma il giorno di San Valentino si erano mobilitati con un sit-in a favore della «liberazione» della Ocean Viking i soliti supporter dei talebani dell’accoglienza. Dall’Anpi di Brindisi e Puglia, alla Cgil oltre alla sezione locale di Emergency, la Comunità Africana della provincia e la Collettiva TransFemministaQueer Brindisi, che non si capisce bene cosa abbia a che fare con Ong e migranti. Puntuale, meno di una settimana dopo, arriva l’implacabile sentenza che punta da affondare il decreto Piantedosi.
Secondo la giudice, l’opposizione al fermo presentata da Sos Mediterranee «appare sostenuta da un fumus di fondatezza». In pratica vengono sconfessati gli accertamenti che hanno portato al blocco di 20 giorni e una multa di 3.333 euro secondo il decreto Piantedosi.

Il 6 febbraio Ocean Viking sbarcava a Brindisi 261 migranti, ma durante il soccorso in mare «non aveva rispettato le indicazioni fornite dal Centro libico di coordinamento del soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si era svolto l’evento». In particolare la documentazione in possesso del Centro di soccorso di Roma (Imrcc) dimostrava che «durante le operazioni effettuate dal pattugliatore libico “Zawiya”, la nave non si è allontanata dalla zona seppure più volte richiamata ad allontanarsi, creando situazioni di pericolo». Ovviamente la Ong smentisce tutto e ribalta la colpa sulla Guardia costiera libica, ma dalle ricostruzioni sembra, come accade spesso, che i migranti si siano gettati in mare per venire presi a bordo di Ocean Viking. La giudice Marra nella sentenza sostiene che «il perdurare della misura del fermo amministrativo è suscettibile di pregiudicare in modo irreversibile il diritto da parte della SOS Mediterranée di esercitare la propria attività di soccorso in mare, in cui si realizzano le sue finalità sociali, come evincibile dall’accordo di partenariato con la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa». Di fatto viene dato pieno credito alla versione dei talebani dell’accoglienza. E poi la sentenza va oltre spiegando che il perdurare del fermo pregiudicherebbe l’esercizio, da parte della Ong, dei diritti di rilievo costituzionale come «la libera iniziativa economica (art. 41 Cost.), ma anche il diritto fondamentale alla manifestazione del proprio pensiero (art. 21 Cost.) e quello all’associazione (art. 18 Cost.

), inibiti dal divieto di proseguire nella sua attività di soccorso in mare». Ocean Viking, che ha subito il terzo fermo in tre mesi, per violazioni del decreto Piantedosi, può tornare in mare per sbarcare migranti in Italia con tanto di cappello costituzionale.

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