La procura di Milano ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta platforms Ireland limited, titolare dei social network "Facebook" e "Instagram". L'indagine ha portato alla verifica di come il Gruppo Meta, per consentire agli utenti l'utilizzo del proprio software e dei correlati servizi digitali, acquisisca e gestisca, per scopi commerciali, dati, informazioni personali e interazioni sulle piattaforme di ciascun iscritto. Questo, viene spiegato, con i fruitori del servizio in virtù della connessione diretta in termini di proporzionalità quantitativa e qualitativa tra le contrapposte prestazioni, installa un rapporto di natura sinallagmatica, ricondotto, ai fini dell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto, all'interno della cornice normativa di cui all'articolo 11 del D.P.R. n. 633/72, quale operazione permutativa.
Il capo d'accusa per l'azienda irlandese è "Omessa dichiarazione" ai fini Iva per i periodi d'imposta dal 2015 al 2021, in quanto avrebbe omesso di dichiarare un imponibile pari a 3.989.197.744,05 euro, cui corrisponde un'Imposta sul valore aggiunto evasa pari a 887.623.503,69 euro. L'accusa in capo a Meta deriva da una condizione di fruzione non gratuita dei suoi servizi già appurata dall'Autorità garante della concorrenza e del Mercato (AGCM, prov. n. 27432 del 2018), dal TAR Lazio (Sentenza n. 260 del 2020) e dal Consiglio di Stato (Sentenza n. 2631 del 2021) oltre che da autorevole dottrina. Ha però trovato riscontro nelle attività ispettive della Guardia di Finanza, negli atti dell'Agenzia delle entrate e infine nelle risultanze dell'indagine penale, dimostrando la sostanziale convergenza sul punto da parte delle diverse articolazioni dello Stato e l'efficace collaborazione tra Autorità Giudiziaria, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate nell'assicurare il rispetto delle leggi fiscali poste a tutela del bilancio pubblico.
"Abbiamo collaborato pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo.
Siamo fortemente in disaccordo con l'idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’IVA", ha dichiarato un portavoce di Meta, raggiunto dopo l'avviso di conclusione delle indagini da LaPresse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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