Da promessa del calcio a gigolò: condannato a tre anni ex-giocatore della Fiorentina

Un ex-calciatore delle giovanili della Fiorentina è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, dopo esser stato accusato di aver estorto denaro ad un minorenne che lo aveva contattato su un sito di incontri a pagamento

Da promessa del calcio a gigolò: condannato a tre anni ex-giocatore della Fiorentina
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Era stato accusato di aver estorto denaro, dietro minacce, ad un minorenne che lo aveva a quanto pare contattato su un sito di incontri per una prestazione. E nelle scorse ore, è stato condannato dal tribunale di Milano a tre anni e quattro mesi di reclusione. Protagonista della vicenda è Idriss Ben Moussa, ex-calciatore a livello giovanile ed attualmente recluso a a Firenze presso il carcere di Sollicciano. Da giovanissimo era una promessa della formazione primavera della Fiorentina e sognava un futuro in Serie A, prima di intraprendere un'altra strada. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, tutto ha avuto inizio lo scorso aprile: dopo aver aperto un profilo su un sito specializzato in incontri a pagamento, l'ex-sportivo ventitreenne ha ricevuto la telefonata di un ragazzo di nemmeno 17 anni che lo invitava a raggiungerlo nella sua abitazione.

Una volta a casa della vittima, Ben Moussa sarebbe andato ben oltre la prestazione pattuita al prezzo di 150 euro: avrebbe infatti fatto stendere il giovane a terra e dopo averlo filmato e fotografato, lo avrebbe ricattato. "O mi dai mille euro o aspetto il ritorno dei tuoi genitori" avrebbe detto al minore, dicendosi al contempo pronto a sfasciargli la casa e a pubblicare online i video e le foto. Quest'ultimo, intimorito, sarebbe andato nella camera dei genitori ed avrebbe prelevato altri 850 euro per consegnarli a Ben Moussa. La dinamica dei fatti, stando a quanto riporta la stampa fiorentina, ricalcherebbe il modus operandi adottato in altre occasioni dall'ex-giocatore di origini nordafricane nato nel capoluogo toscano, già arrestato in passato per estorsioni ai danni di altri "clienti".

Anche in questo caso, la vittima lo avrebbe telefonato il giorno successivo per chiedergli la restituzione della somma consegnatagli in un secondo momento, ma il diretto interessato avrebbe risposto picche. La svolta c'è stata quando, a qualche giorno di distanza dall'accaduto, i genitori del sedicenne si sono accorti dell'ammanco e gli hanno chiesto conto della sparizione dei contanti. A quel punto, il giovanissimo aveva raccontato tutto e il padre, dopo aver acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza, si era recato a sporgere denuncia.

Partendo dai filmati e sommandovi la foto sul profilo WhatsApp associata al numero di telefono che "Lucas" (questo il nickname utilizzato sul sito di incontri) aveva fornito alla vittima, gli inquirenti sarebbero quindi risaliti sino a Ben Moussa. Il quale proprio nei giorni immediatamente precedenti a questo episodio era uscito dai domiciliari.

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