Si è autodefinito un "condannato impossibile". E a distanza di oltre tre lustri dai fatti, non ha risparmiato una "stoccata" alla magistratura, ribadendo di esser stato vittima, a suo avviso, di un errore giudiziario. Ieri Rudy Guede era a Bologna, ospite di un incontro organizzato dal centro studi giuridici Lex Iuris e dall'associazione Libera-Mente Civica, con il patrocinio della Camera Penale di Bologna e dell'Unione delle Camere Penali Italiane. Il tema del convegno, anticipato nel titolo, era "L'errore giudiziario". Nel corso dell'evento la discussione non ha toccato anche la morte della studentessa Meredith Kercher e tutti i successivi risvolti di un "caso" che ha fatto discutere per tanto tempo. Sono infatti trascorsi sedici anni dal delitto di Perugia e dopo un lungo processo Guede è stato condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale.
Alla fine furono invece assolti Amanda Knox e Raffaele Sollecito, che erano stati condannati in primo grado. Il trentaseienne di origini ivoriane ha trascorso in carcere quasi quattordici anni, terminando di scontare la pena nel 2021. Nel suo libro "Il beneficio del dubbio. La mia storia", pubblicato di recente, ha dato la propria versione ripercorrendo quanto avvenne nelle ore immediatamente successive a quella "maledetta notte" del 2007, come lui stesso l'ha definita. E l'ha ribadita anche a margine dell'iniziativa svoltasi nel capoluogo dell'Emilia Romagna: Guede ha sostanzialmente ammesso di aver sbagliato nel lasciare da sola Meredith quando era forse ancora viva, ma (come ripetuto nel recente passato anche in un incontro con gli studenti a Pistoia) se ne sarebbe andato in preda allo choc derivatogli dalla vista di una persona sanguinante e in fin di vita. Uno stato di choc che, a suo dire, avrebbe guidato anche le sue successive azioni, fuga compresa.
"Per la paura e lo choc adottai comportamenti che mi hanno messo in cattiva luce, ma che non erano indice di colpevolezza - le sue parole, riportate da BolognaToday in un video - il carcere è stato durissimo e ne porto segni e strascichi. Sento costantemente calunnie sul mio conto". Guede ha infine speso due parole sulla famiglia Kercher, non risparmiando "stoccate" ai giudici.
"Penso che bisognerebbe rivolgersi alla famiglia di Meredith, che ha subito un errore giudiziario - ha concluso - i suoi familiari non hanno ancora una risposta su quel che è accaduto. L'errore giudiziario è stato un "treno impazzito" che ha mosso accuse infondate. Io sono un “condannato impossibile”: condannato in concorso, ma con chi? E per aver fatto cosa?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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