"Ridicola. Ma come si vestiva?". Lo sfregio degli hater ad Alessandra

Matteuzzi fu uccisa a martellate dall'ex fidanzato lo scorso agosto. La famiglia ha denunciato 25 hater che sui social hanno insultato la vittima. I messaggi choc: "Non è che lei fosse una santa"

"Ridicola. Ma come si vestiva?". Lo sfregio degli hater ad Alessandra

Si chiamano hater - dall' inglese to hate, "odiare" - e sono letteramente gli "odiatori del web". Non si fermano dinanzi a nulla, neanche di fronte al truce omicidio di una donna massacrata a martellate dall'ex. Lo sanno bene i familiari di Alessandra Matteuzzi, la 56enne ammazzata a Bologna lo scorso 23 agosto, obbligati a sporgere denuncia contro 25 persone che sui social hanno diffamato la vittima con offesse e insulti beceri. Uno dei tanti: "Ma come si conciava? Ovvio che poi il ragazzo era geloso".

La denuncia contro gli hater

"Certo, non è che lei fosse una santarella...". E ancora, lei e il fidanzato "erano entrambi malati". Sono soltanto alcuni dei post diffamatori pubblicati dagli hater su Facebook e Instagram da quando Alessandra è stata brutalmente uccisa. Il suo ex, il calciatore dilettante Giovanni Padovani, che ora si trova in carcere con l'accusa di omicidio, l'ha finita a colpi di martello sulla testa dopo averle lanciato contro una panchina in ferro. "Parliamo di una donna alla quale è stato sfondato il cranio e sfasciato il viso. Eppure si è arrivati a dire che se l'è cercata. Perché era disinvolta, viveva la sua vita, non seguiva i canoni che sembrerebbero obbligatori a 56 anni", ha spiegato a Repubblica Chiara Rinaldi, l'avvocato che rappresenta la famiglia della vittima. Le nipoti di Alessandra hanno deciso di denunciare gli hater per tutelare la memoria della zia. "Sono al vaglio altri commenti, è un lavoro enorme. Spesso gli hater non scrivono un insulto diretto, ma giustificano l'operato di Padovani addossando a lei chissà quale tipo di responsabilità", ha precisato il legale. L'ultimo esempio è molto recente: sotto alla notizia dei fiori rubati dalla panchina rossa inaugurata per Alessandra lo scorso 25 novembre, c'è chi ha commentato: "Ci sono due vite rovinate".

I messaggi d'odio contro Alessandra

Tra i messaggi al vaglio della Polizia Postale ci sono anche i commenti di Donatello Alberti, direttore (sospeso) della Croce Bianca dell'Emilia-Romagna. Sul web aveva scritto di Alessandra che "andava conciata" e ad alcune utenti che si erano indignate per le sue affermazioni aveva replicato: "Comportatevi più sobriamente come le nostre nonne, non siate scostumate e provocanti e gran parte delle aggressioni saranno evitate, la colpa prima di tutto è del mondo di oggi totalmente fuori controllo, la donna fa l'uomo e viceversa, ma dove siamo arrivati?". Ma non è l'unico esempio, purtroppo. Basta scorrere i post sui social per leggerne di tutti i colori.

Tra gli odiatori del web ci sono anche le donne: "Basta, una santa non era neppure lei", ha scritto una utente. Poi la sentenza definitiva "Chissà che ha fatto per arrivare a tutto ciò, sicuramente l'avrà tradito".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica