Rimase ferito nel centro di accoglienza, maxi-risarcimento da quasi 900mila euro per lo straniero

Un giovane straniero, ospite nel 2014 di una comunità di minori non accompagnati, rimase ferito dopo esser stato aggredito da un adolescente albanese con un cacciavite. E nelle scorse ore, il tribunale di Modena ha obbligato la cooperativa che gestiva la struttura a risarcirlo con 873mila euro

Rimase ferito nel centro di accoglienza, maxi-risarcimento da quasi 900mila euro per lo straniero
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Riportò gravi ferite dopo esser stato aggredito con un cacciavite da un giovane originario dall'Albania, al termine di una partita di calcio improvvisata con gli altri ospiti del centro di accoglienza. E a quasi un decennio di distanza dall'episodio, ha diritto ad un risarcimento ammontante a quasi 900mila da parte della cooperativa che gestiva la struttura, rea di non aver vigilato. Lo ha stabilito nelle scorse ore la seconda sezione civile del tribunale di Modena, accogliendo le ragioni del giovane proveniente dalla Tunisia protagonista di questa vicenda. Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino tutto iniziò nel 2014 quando lo straniero, allora adolescente, arrivò in Italia da minore non accompagnato. Il ragazzo fu quindi accolto in Emilia - Romagna, all'interno di una comunità d'accoglienza della provincia modenese gestita da una cooperativa.

La convivenza forzata con gli altri giovani non fu però facilissima, sin dall'inizio. Il giorno dell'aggressione vi fu ad esempio una prima discussione fra il tunisino e l'albanese: erano volati insulti reciproci e minacce, ma i litiganti non erano se non altro passati ai fatti. A far degenerare la situazione, a poche ore da quel primo aspro confronto, fu una partitella di calcio giocata sul campo a disposizione del centro: un momento di ricreazione trasformatosi presto in una vera e propria rissa fra le due squadre, con i due ragazzi in questione intenzionati a riprendere il litigio precedentemente interrotto. In quel caso però non si limitarono solo alle parole: l'albanese estrasse il cacciavite che si era procurato in precedenza e aggredì il tunisino, conficcandoglielo nel collo. Un fendente che ebbe conseguenze deleterie per lui, compromettendone la mobilità degli arti inferiori. Finì per un certo periodo anche in carrozzina, a causa delle difficoltà deambulatorie riscontrate.

L'aggressore, finito successivamente sul banco degli imputati, era poi stato condannato per lesioni gravissime a cinque anni di reclusione. I legali del giovane aggredito avevano però puntato il dito anche contro gli operatori del centro di accoglienza: la loro tesi si basava sul fatto che in quel frangente nessuno di loro stesse sorvegliando gli adolescenti intenti a giocare, nonostante i primi segnali di tensione precedentemente avvertiti suggerissero di non lasciarli soli. Se ci fosse stato almeno un operatore della cooperativa a controllare i minorenni, secondo gli avvocati, gli eventi non avrebbero probabilmente preso quella piega nefasta.

Istanze che il giudice ha accolto, tenendo conto del fatto che ancora oggi la vittima faticherebbe a camminare. E la cooperativa è infine stata condannata a corrispondergli 873mila euro a titolo risarcitorio.

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