Si allarga l'inchiesta della procura di Ivrea sulla strage di Brandizzo, che lo scorso 30 agosto è costata la vita a 5 operai nella stazione del piccolo comune in provincia di Torino. Nel registro degli indagati, oltre alla "scorta" di Rfi, Antonio Massa, e al capo squadra, Andrea Girardin Gibin, sono stati iscritti anche quattro dirigenti della Sigifer, l'azienda di Borgo Vercelli per cui lavoravano le vittime e uno degli altri indagati. Anche per loro l'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.
Domani saranno avviate le perizie disposte dalla procura di Ivrea sui dispositivi elettronici dei macchinisti, in particolare sui tablet a loro disposizione. Come è stato più volte sottolineato anche dalla procura, i due conducenti del treno non risultano iscritti nel registro degli indagati, in quanto dagli esami condotti non possono essere ascritte responsabilità a loro carico. Il semaforo atto a regolare la circolazione, infatti, era verde per il transito del treno e non c'erano state comunicazioni di interruzioni del traffico ferroviario. Inoltre, in quel tratto di strada ferrata, i treni sono autorizzati a raggiungere la velocità di 160 km/h. Velocità che, per altro, pare che il treno non abbia comunque raggiunto nel momento dell'impatto.
Verranno effettuate le perizie anche sulle scatole nere del convoglio e sui telefoni cellulari di due vittime trovati sul luogo della tragedia ancora parzialmente funzionanti. Gli altri tre telefoni sono purtroppo andati completamente distrutti con l'impatto e non c'è possibilità di effettuare un riscontro tecnico e fisico su quei device. L'accertamento avrà una durata massima di 60 giorni ed è stato disposto con l'obiettivo di fornire ulteriori elementi sulle comunicazioni tra la sala di controllo e il cantiere nei minuti precedenti l'arrivo del treno a Brandizzo.
Le operazioni inizieranno giovedì mattina dal deposito ferroviario di Alessandria, dove il treno che ha investito gli operai si trova, sotto sequestro, dal giorno dell'incidente. Al palazzo di giustizia di Ivrea, per tutta la settimana proseguiranno gli accertamenti dei pm Valentina Bossi e Giulia Nicodemi. In particolare verranno sentite altre persone informate sui fatti. "Quello che è successo non si può dimenticare, però sono consapevole di avere fatto il mio lavoro nel migliore dei modi, rispettando quello che è il regolamento.
Più di quello non avrei potuto fare", ha detto al Tg1 Vincenza Repaci, la dipendente di Rfi che la sera del 30 agosto, per tre volte, dalla sala controllo di Chivasso (Torino) non diede l'autorizzazione a iniziare i lavori sui binari di Brandizzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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