Stupri di Caivano, condannati anche 3 minorenni: pene da 10 a 9 anni

Il tribunale minorile di Napoli ha sentenziato la condanna per tre dei sette minori imputati per gli stupri di Caivano ai danni delle due cugine minorenni

Stupri di Caivano, condannati anche 3 minorenni: pene da 10 a 9 anni
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Una settimana dopo le condanne emesse per gli imputati maggiorenni nel processo per gli stupri di gruppo di Caivano a danno di due cugine minorenni, anche il tribunale dei Minori di Napoli ha emesso la sua sentenza nei confronti di tre dei sette imputati al di sotto dei 18 anni all'epoca dei fatti. Per loro, le richieste di condanna della Procura minorile, che aveva chiesto la condanna a 10 anni e 8 mesi per uno dei tre imputati e a 9 anni per gli altri due, sono state accolte.

"Siamo soddisfatti ma con tanta amarezza in bocca", ha dichiarato l'avvocato Clara Niola, legale della madre della più piccola delle cuginette di Caivano. "Ho una grossa amarezza perché sono sentenze emesse a danno comunque di minorenni, per condotte sganciate da qualunque tipo di rispetto per il prossimo. Il nostro auspicio è che ci possa essere un migliore contesto umano e sociale", ha aggiunto il legale. Quell'episodio colpì particolarmente l'opinione pubblica. Le due cugine, poco più che bambine, vennero ripetutamente violentate all'interno di una palestra abbandonata di Caivano, tra degrado e contesto sociale di abbandono. A seguito di quei fatti ci fu l'intervento in prima persona di Giorgia Meloni, che assicurò un maggiore controllo del territorio e capillare presenza dello Stato. Quella palestra è stata ristrutturata completamente ed è ora tornata a disposizione dei cittadini.

Inoltre, a seguito di quella vicenda venne varato il cosiddetto "decreto Caivano", nel quale sono presenti inasprimenti di pena per i minori che delinquono come strumento di deterrenza per il compimento di reati, soprattutto più gravi. I tre minori condannati oggi, con pene piuttosto elevate, si aggiungono ai due maggiorenni già condannati a 13 e a 12 anni. Le due cugine, invece, subito dopo i fatti sono state allontanate da quel contesto di degrado e trasferite in case famiglia diverse per elaborare quanto accaduto e crescere in un ambiente protetto maggiormente consono. Estirpare il germe della criminalità in queste zone di estrema periferia non è facile e, soprattutto, non può essere fatto in un anno.

Sul posto continua a operare don Maurizio Patriciello, che proprio nelle ultime ore ha lanciato un appello a seguito del raid armato in pieno giorno: "Il video dei due giovani che sparano all'impazzata contro un distributore di carburanti a Caivano è spaventoso.

Prima di ogni altra considerazione, è doveroso porci le domande vere, quelle che ci fanno male: Chi sono? Quanti anni hanno? Di chi sono figli? Hanno studiato? Possibile che tutti: famiglie, amici, parrocchie, scuole, mondo dello sport, servizi sociali, politica locale, regionale e nazionale, non siamo riusciti a far loro capire che la strada intrapresa è una strada maledetta che li porterà o in carcere o al camposanto?"

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