Un altro passo decisivo è stato compiuto sulla strada che riporterà Chico Forti in Italia. Dopo il via libera della Florida al trasferimento dell'imprenditore italiano detenuto negli Usa da 24 anni, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha trasmesso al procuratore generale di Trento (competente per territorialità) le carte per il rientro. Si tratta di un atto, firmato dallo stesso Guardasigilli, con cui si chiede di promuovere presso la Corte di appello il riconoscimento della sentenza penale irrevocabile emessa dalle autorità statunitensi nei confronti del nostro connazionale, condannato (al termine di un controverso caso giudiziario) per i reati di omicidio e porto d'armi.
Nordio - riferiscono fonti del ministero - ha inoltre inviato all’autorità giudiziaria italiana la documentazione inoltrata dal Department of Justice di Washington. Allo stesso tempo, ha trasmesso al Department of Justice le informazioni tecniche richieste in merito alle modalità di esecuzione della pena in Italia. "Si tratta dei passaggi tecnici, di competenza di via Arenula, necessari per consentire il rientro, tanto atteso, di Chico Forti", si legge in un comunicato. Il riconoscimento della sentenza americana da parte dell’autorità giudiziaria italiana costituisce infatti un "tassello decisivo" della procedura per il ritorno di Forti nel suo Paese.
La vicenda dell'imprenditore italiano, sulla quale da anni si erano accese le attenzioni dell'opinione pubblica e della politica, era stata sbloccata definitivamente nelle scorse settimane al culmine di fitte interlocuzioni intercorse tra palazzo Chigi e le autorità statunitensi. Giorgia Meloni, interessandosi personalmente al caso, era riuscita a imprimere una storica svolta alla vicenda grazie a una doppia interlocuzione intrattenuta con la Casa Bianca e soprattutto con Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida, a partire da un lungo colloquio telefonico che il premier italiano e il governatore statunitense ebbero nel febbraio 2023.
Annunciando il via libera americano al trasferimento del detenuto in Italia, la stessa Meloni aveva parlato di "risultato frutto dell'impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con il governo dello Stato della Florida e il governo federale degli Stati Uniti". Chico Forti - lo ricordiamo - è stato condannato dai giudici americani, senza possibilità di condizionale, per aver ucciso nel 1998 l'imprenditore australiano Dale Pike, figlio di Anthony Pike, proprietario di un albergo a Ibiza di cui Forti stava trattando l'acquisizione.
Il nostro connazionale si è sempre
dichiarato innocente, sostenuto in questa sua battaglia anche da personaggi popolari come Andrea Bocelli ed Enrico Ruggeri, espostisi pubblicamente per sostenere la causa dell'imprenditore di origini trentine.
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