La musica a palla e l'alcol di una serata di inizio aprile a Milano hanno inevitabilmente abbassato le difese della 24enne stuprata, che si è fidata del balordo in un momento di difficoltà. Quel che è certo è che niente giustifica quanto fatto dal 37enne marocchino, che per ore ha tenuto in ostaggio la giovane con la minaccia di un coccio di vetro. "Se non la finisci ti sfregio, se lo fai un'altra volta ti ammazzo", continuava a ripeterle dopo averla portata all'interno del suo covo, in un parcheggio sotterraneo non distante dal "Bosco verticale", zona ultra moderna e lussuosa di Milano, tra i palazzi di Porta Nuova dove anche l'atelier Versace ha costruito il suo quartier generale.
La 24enne è uscita dal locale nel quale ha trascorso la serata nel cuore della notte e qui ha accettato l'aiuto dello sconosciuto per ritrovare il suo telefono e le chiavi di casa. L'amico con il quale era arrivata non c'era più e lei, obnubilata dalla serata, non ha esitato ad affidarsi a quello straniero mai visto prima. L'ha seguito fino a piazza Einaudi, a distanza di un chilometro dal locale, dove l'uomo solitamente dorme in un giaciglio improvvisato, e qui è avvenuto lo stupro. È stata con lui diverse ore, tra violenze sessuali e minacce, finché al mattino non gli ha permesso di accompagnarla a casa a bordo di un mezzo pubblico. È stata l'amica con cui vive che, mentre la vittima era alla clinica Mangiagalli, una di quelle specializzate nel rilevare e nel curare violenze sessuali, a chiamare la polizia e a raccontare quanto subito dalla giovane.
È stata una notte da incubo, vissuta nel terrore tra gli schiaffi e il coccio di vetro con il quale l'uomo la teneva in pugno, tra minacce, violenze e vessazioni. L'uomo, come racconterà la stessa vittima, l'ha costretta a sdraiarsi per terra, sopra un telo, e qui l'ha violentata. Racconta di essere stata obbligata a sniffare cocaina e saranno in tutto circa 7 le ore che trascorre insieme a lui. L'uomo è stato successivamente preso nei pressi del luogo in cui ha commesso gli abusi dagli agenti della Squadra mobile. Per lui è stata chiesta la custodia cautelare in carcere, visto che ha importanti precedenti alle spalle relativi a una rapina commessa nel bresciano in cui, con altri, aveva derubato una donna in auto e, insieme, l'avevano molestata sessualmente. Era stato condannato per quel reato e aveva trascorso 2 anni e mezzo in carcere prima di tornare in libertà e a delinquere, come dimostra quanto avvenuto venerdì notte.
Il gip di Milano ha deciso che Imad Bourchich deve restare in carcere. Il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, come richiesto dal pm Francesca Gentilini nelle indagini della Squadra mobile.
Oltre al pericolo di reiterazione del reato, il giudice ha riconosciuto anche il pericolo di fuga. Nell'interrogatorio di oggi davanti al giudice il 37enne, senza fissa dimora, aveva provato a respingere le accuse, negando le violenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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