
Nel corso dell'udienza per truffa all'Inps e falso, la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per don Massimo Biancalani, noto come "parroco dei migranti", in quanto ha trasformato la canonica di Vicofaro in un centro di accoglienza per stranieri africani richiedenti asilo. Nel mirino della giustizia ci sono alcuni movimenti effettuati tra il 2019 e il 2020, che secondo l'accusa sono falsi contratti di lavoro che il sacerdote avrebbe firmato al fine di ottenere contributi da parte dell'Inps. Il falso per induzione, invece, è relativo al fatto che, sempre secondo l'accusa, partendo dalla considerazione di falsità dei contratti di lavoro in oggetto, questi avrebbero poi consentito di ottenere un permesso umanitario tre migranti. Due di questi si trovavano in tribunale ieri, uno è considerato irreperibile.
"All'esito delle argomentazioni difensive, il gup ha ritenuto di dover approfondire la vicenda ed ha perciò fatto un rinvio tecnico al prossimo 3 marzo", ha dichiarato l'avvocato Fausto Malucchi, difensore di don Biancalani all'avvocato Elena Baldi. "Il reato più grave è il falso in atto pubblico, che attrae la competenza a Firenze perché si sarebbe consumato nel momento in cui i cittadini stranieri si sono rivolti al tribunale fiorentino, dove esiste una sezione specializzata in relazione ai permessi di soggiorno per motivi umanitari e alla protezione degli stranieri che tornando nel loro Paese d'origine potrebbero essere oggetto di violenze e persecuzioni", ha proseguito il legale, senza però entrare nel merito dell'accusa con i giornalisti.
L'avvocato ha annunciato di aver chiesto il "non luogo a procedere" perché il presupposto di falsità a suo avviso non sussiste e, pertanto, cadrebbe anche la seconda accusa. "Quei giovani erano stati assunti come mediatori culturali per dare una mano sia a Vicofaro che a Ramini. Erano contratti effettivi, a tutto tondo, quindi per noi non c’è il reato ipotizzato. Erano piccoli contratti a ore, che permettevano a quei ragazzi piccoli guadagni. Noi abbiamo chiesto l’archiviazione di questo caso", è la spiegazione dell'avvocato a La Nazione.
Nel frattempo è stato chiesto il rinvio a giudizio e l'Inps si è costituita parte civile. La procura di Pistoia ha riferito che questo fascicolo è parte di un'indagine di più ampio respiro che ha preso origine dalle intercettazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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