"Per tutti gli antifa presenti e futuri". Ora gli antagonisti chiedono lo "scudo" per i loro reati

Mentre Parigi prende tempo per l'estradizione di Gino Abazaj, per Maja, antifascista estradata dalla Germania, il procuratore di Budapest ha chiesto 14 anni

"Per tutti gli antifa presenti e futuri". Ora gli antagonisti chiedono lo "scudo" per i loro reati
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L'estradizione in Ungheria di Rexhino Abazaj, il "compagno" Gino amico di Ilaria Salis, per ora non ci sarà. Per l'antagonista militante arrestato in Francia a novembre, però, il tribunale di Parigi non ha rifiutato la richiesta di Budapest, ha rinviato la decisione tra un mese, quando ci sarà un'ulteriore udienza sul caso. Abazaj è accusato in Ungheria di aver partecipato alle violenze del 2023 durante la "Giornata dell'Onore", le stesse per le quali è stata coinvolta anche Salis. Infatti, all'antagonista di origini albanesi vengono contestate le medesime accuse che Budapest muove all'europarlamentare di Avs, che sta sperando che Abazaj non venga estradato anche per non offrire al parlamento un precedente quando discuterà il suo caso. C'è quello di Maja T., antifascista tedesca estradata dalla Germania alcuni mesi fa.

Da Parigi, quindi, non è arrivato un "no" all'estradizione ma una richiesta di chiarimenti alle autorità ungheresi, un passo quasi obbligato da parte del tribunale francese, che hanno chiesto a Budapest elencare le misure concrete adottate per garantire la sicurezza dell'antifascista a causa delle sue opinioni politiche e di fornire garanzie in termini di indipendenza della magistratura ungherese, imparzialità dei tribunali magiari e di giusto processo. Dai centri sociali sottolineano che "è più importante che mai mantenere la mobilitazione", memori di quanto accaduto con Marchesi, e per il momento Salis tace. Nel frattempo si è tenuto un presidio davanti al Consolato generale di Ungheria a Milano per chiedere la libertà di Gino, di Maja e di "tutti gli antifascisti". Nelle scorse ore, Salis aveva dichiarato: "È fondamentale far sentire la nostra voce: difendiamo Gino, riportiamo Maja a casa e fermiamo tutte le estradizioni degli antifascisti verso l'Ungheria"

Non c'è niente di deciso, dunque, per il caso di Abazaj, che continuerà la sua permanenza in carcere almeno per un altro mese, fino al 12 gennaio, quando è stata fissata la nuova udienza. Laurent Pasquet-Marinacce, avvocato francese del "compagno" Gino, ha definito la decisione del tribunale francese "molto incoraggiante" e secondo lui, con questa richiesta, ha riconosciuto "disfunzionamenti sistemici sull’indipendenza del potere giudiziario in Ungheria".

È possibile che il legale chieda a breve la scarcerazione di Abazaj o, quanto meno, chieda per lui gli arresti domiciliari. Nel frattempo, in Ungheria il procuratore generale di Budapest ha chiesto 14 anni di carcere per Maja T., antifascista estradata dalla Germania, imputata nel medesimo processo di Salis e Abazaj. Se non dovesse dichiararsi colpevole, rischierebbe 24 anni di carcere.

"La campagna per la sua liberazione parla del futuro di tutte e tutti gli imputati per i fatti di Budapest, presenti e futuri", scrivono dalle parti degli antagonisti. Paventano che possano esserci altre situazioni in futuro? Quel che è chiaro è che gli antifascisti pretendono uno scudo di impunità e immunità se dovessero commettere reati sotto la bandiera della militanza.

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