No all'archiviazione per Vannacci. È accusato di istigazione all'odio razziale per il suo libro

Il generale eletto alle europee con la Lega era indagato per il contenuto del suo libro “Il mondo al contrario”: udienza fissata il 25 settembre

No all'archiviazione per Vannacci. È accusato di istigazione all'odio razziale per il suo libro
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Reduce dall’elezione al Parlamento europeo con la Lega, per Roberto Vannacci arrivano brutte notizie dal fronte giudiziario. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale militare di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Il generale è indagato per istigazione all'odio razziale in relazione ad alcuni passaggi contenuti nel suo libro “Il mondo al contrario”. Il procedimento era stato aperto in seguito a a diverse denunce presentate, tra gli altri, dal Sindacato dei Militari e l'associazione Tripla Difesa.

Nonostante il passo indietro della Procura, il gip ha deciso di andare fino in fondo e ha fissato l’udienza per il prossimo 25 settembre. L’avvocato Giorgio Carta ha evidenziato che sono poche le informazioni a disposizione:“Nei prossimi giorni chiederemo le carte”. Il legale del militare ha rimarcato che si tratta di una decisione incomprensibile, considerando che la fattispecie contestata non è reato militare. Ricordiamo che Vannacci è anche indagato dalla Procura di Roma, sempre per il contenuto del suo libro, ma il procedimento è ancora in fase di indagini. Il reato ipotizzato è sempre lo stesso, istigazione all'odio razziale. Immediato il commento della Lega con il leader Matteo Salvini: “Solidarietà al Generale Roberto Vannacci, recordman di preferenze alle Europee: da quando ha scelto la Lega ha iniziato ad avere qualche problema, come il Gip militare che oggi respinge la richiesta di archiviazione. Quando si dice il caso”.

Vannacci sarà dunque costretto a difendersi dai pesanti addebiti indicati solo per aver espresso le sue opinioni all’interno di un libro, senza peraltro violare il divieto di divulgare o commentare attività legate al proprio servizio militare. Un’operazione valutata come un tentativo di colpirlo per le sue teorie politicamente scorrette, per qualcuno anche razziste.

Interpellato dal Giornale dopo la decisione della Procura di aprire l’inchiesta, Vannacci aveva evidenziato: "Chi ha letto il libro sa che non vi è alcuna istigazione. E dovrebbe sapere che le idee e le opinioni si combattono sul piano delle argomentazioni e non con la censura o nei tribunali".

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