
Doccia fredda per la Procura della Repubblica di Milano in apertura del processo per i falsi in bilancio di Visibilia, che vede imputata tra gli altri la fondatrice del gruppo Daniela Santanchè. Il tribunale di Milano ha ordinato alla Procura di riscrivere i capi di imputazione perché, in sostanza, così come sono formulate le accuse non sono comprensibili. Il presidente della seconda sezione del tribunale, Giuseppe Cernuto, ha fatto presente che nel fascicolo del processo “manca persino il corpo del reato”, ovvero i bilanci di Visibilia che secondo l’accusa sarebbero stati falsificati. E che I pm Luigi Luzi e Maria Gravina hanno però omesso di depositare.
Se questa può essere considerata una dimenticanza, sebbene di una certa gravità, più consistenti sono i dubbi sostanziali che il tribunale solleva rispetto a come sono state formulate le accuse al ministro del Turismo e ai suoi dieci coimputati, tra cui il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella. Ovvero un solo capo di imputazione che riguarda tutti gli anni sotto esame, e in modo che il tribunale sembra considerare troppo generico. Per questo i giudici hanno chiesto ai pm di riscrivere le accuse specificando anno per anno quali sarebbero le voci falsificate e quale il ruolo di ogni imputato nella loro falsificazione. La semplice presenza negli organismi dirigenti di Visibilia evidentemente non sembra sufficiente a dimostrare la responsabilità di tutti gli imputati.
Ancora più netta la bocciatura per l’ultimo capo d’accusa, quello che vede la società Visibilia imputata per responsabilità aziendale, per non avere controllato gli amministratori : ma questa colpa, dice il giudice Cernuto, “deve essere descritta, non è sufficiente enunciarla”.La Procura avrà tempo fino alla prossima udienza, fissata per il 13 maggio, per sistemare le cose. Ma per I pm il processo al ministro Santanchè parte decisamente in salita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.