
Allarme spionaggio a Taiwan. Alcuni membri dell'apparato di sicurezza dell'isola hanno fatto sapere che gli uffici governativi locali sarebbero vulnerabili ad eventuali operazioni mosse da agenti stranieri. Non solo: pare che a Taipei e dintorni ci sarebbero circa 5.000 individui incaricati di raccogliere informazioni sensibili per conto di Pechino. In un contesto del genere, hanno riferito le stesse fonti ai media taiwanesi, sia l'amministrazione civile che quella militare sarebbero pericolosamente compromesse.
Cosa succede a Taiwan
Secondo quanto riportato dal Taipei Times, le autorità hanno scoperto 60 piani di spionaggio nemici dal 2002 ad oggi. Diciotto sono stati portati alla luce prima dell'agosto 2009 - quando sono stati aperti i canali postali, commerciali e di viaggio tra Taiwan e Cina - mentre i rimanenti 42 dopo quel periodo. Le operazioni di spionaggio rilevate rappresenterebbero però solo la punta dell'iceberg. Oltre agli apparati militari e di sicurezza nazionale, infatti, agenti dell'intelligence di Pechino si sarebbero infiltrati anche negli uffici amministrativi del governo civile, obiettivi primari in quanto strutture in grado di fornire informazioni sensibili riguardanti la ricerca e lo sviluppo tecnologico, le politiche diplomatiche e gli affari tra le due sponde dello Stretto.
La scorsa settimana, per esempio, è stato arrestato l'ex studente cinese Zhou Hongxu con l'accusa di spionaggio. Zhou avrebbe tentato di "reclutare funzionari taiwanesi che lavorano in organizzazioni ministeriali o dipartimentali del governo centrale a lungo termine". "Il problema principale per gli uffici amministrativi governativi è che i dipendenti pubblici hanno una scarsa consapevolezza in materia di spionaggio, e che quegli stessi uffici non dispongono di sistemi di sicurezza informatica propri per proteggerli dalle spie nemiche. Non avendo meccanismi per segnalare sospetti tentativi di spionaggio, il rischio che i dipendenti pubblici vulnerabili vengano denunciati o compromessi è elevato", ha spiegato la fonte al quotidiano dell'isola.
Tensioni in crescita
Lo spionaggio cinese non si limita a tentativi volti ad infiltrarsi nel governo centrale. Gli agenti di Pechino hanno sfruttato i canali di scambio tra le due sponde dello Stretto per avvicinare e coltivare specifici cittadini taiwanesi da reclutare come risorse o agenti. Nel 2024 i tribunali dell'isola hanno processato ben 64 persone per spionaggio pro Cina. Due terzi di loro, ed è questo il dato più emblematico, erano militari in pensione o ancora in servizio attivo. Non solo: negli ultimi quattro anni l'Ufficio per la sicurezza nazionale taiwanese ha fatto sapere che le azioni penali del genere quadruplicate.
Ma non ci sono solo gli 007 del Dragone a preoccupare il presidente di Taiwan, William Lai. Il suo governo ha approvato una proposta di bilancio speciale da circa 12,6 miliardi di dollari, destinati a sostenere l'isola in risposta alle pressioni cinesi e ai dazi statunitensi nei prossimi due anni. Il pacchetto include 3,1 miliardi di dollari per coprire le perdite della società elettrica statale Taipower, che alla fine dello scorso anno aveva accumulato un deficit per circa 13 miliardi di dollari, soprattutto a causa dell'aumento globale dei prezzi del petrolio e della riluttanza del governo ad aumentare il costo dei servizi per la cittadinanza.
Altri 4,6 miliardi di dollari saranno
destinati al rafforzamento della sicurezza nazionale e ripartiti tra lo sviluppo delle infrastrutture per droni, il potenziamento delle operazioni della Guardia costiera e l'aggiornamento delle infrastrutture di comunicazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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