Iraq nella spirale islamista: la proposta che spiana la strada alle spose bambine

Dopo la draconiana legge anti-Lgbt, si lavora alla modifica della legge sullo status personale: verrebbero contemplate le interpretazioni della Sharia favorevoli al matrimonio con bimbe di 9 anni

Iraq nella spirale islamista: la proposta che spiana la strada alle spose bambine
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Dopo la draconiana legge anti-Lgbt - che prevede pene fino a 15 anni di carcere per le relazioni omosessuali - l’Iraq spiana la strada alle spose bambine. I gruppi per i diritti umani e le organizzazioni femminili hanno denunciato il tentativo del Parlamento di aprire al ritorno dei matrimoni minorili: i legislatori, infatti, intendono mettere mano alla legge sullo status personale per dare alle autorità religiose più potere sul diritto di famiglia. Una svolta già tentata nel 2014 e più recentemente nel 2019, senza successo. La legge in questione è stata pubblicata nel 1959 e rappresenta uno strumento di tutela dei diritti delle donne, anche se permette di contrarre matrimonio con ragazze di 15 anni previo consenso dei genitori.

La spinta per modificare la legge sullo status personale proviene da potenti fazioni politiche musulmane sciite, da tempo impegnate nella campagna contro quella che descrivono come l’imposizione delle norme culturali da parte dell’Occidente all’Iraq a maggioranza musulmana. Ora, secondo Ap, i movimenti sciiti sono più uniti rispetto al passato e il rischio di fumata bianca è concreto. Come evidenziato dal Foglio, l’emendamento consentirebbe alle coppie di scegliere tra la legge pubblica e le diverse scuole di giurisprudenza islamica del Paese. Da qui il timore di interpretazioni a favore di settarismo e pratiche che minerebbero la libertà delle donne, già messa a dura prova.

L’opposizione ha promesso battaglia, la speranza di ong e associazioni femminili è che l’ostruzionismo tenga botta anche questa volta. Il testo è bloccato alla seconda lettura: in caso di via libera, arriverebbe al terzo e ultimo passaggio dell’iter, ossia alla votazione e alla possibile approvazione definitiva."Fare una legge che riporta il paese indietro di 1.500 anni è una questione vergognosa... e continueremo a opporci fino all'ultimo respiro", la denuncia dell’attivista Heba al-Dabbouni all'Associated Press. Sarah Sanbar, ricercatrice sull’Iraq della Ong statunitense Human Rights Watch, ha evidenziato che l’emendamento dà potere esclusivamente all’uomo: “L’emendamento dà una scelta, ma la sta dando prima di tutto agli uomini”.

Il dibattito è aperto anche tra i religiosi: ospite di un noto programma della tv irachena, un religioso sunnita ha stigmatizzato l’ipotesi del ritorno delle spose bambine, pratica “dannosa per le ragazze”.

Di diverso avviso il religioso sciita Rashid al-Husseini, che ha ribadito come la Sharia consenta di sposare una bambina di 9 anni: "Ma in pratica, è qualcosa che accade realmente? Potrebbe essere lo zero percento o l'1% dei casi".

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