La notizia è di quelle che promette di dare uno scossone ai controversi e complicati rapporti fra l'Europa e la Cina. La Commissione Europea ha, infatti, avviato un'indagine su "presunte misure e pratiche" della Repubblica Popolare Cinese che danno luogo a "gravi e ricorrenti restrizioni dell'accesso degli operatori economici dell'Ue" al mercato cinese degli appalti pubblici dei dispositivi medici. A riportarlo, la Gazzetta Ufficiale dell'Ue.
I sospetti europei sugli appalti in Cina
La data è quella di oggi, e si tratterebbe della prima volta di un'indagine ai sensi dello strumento per gli appalti internazionali (Ipi). Questa indagine è stata avviata in risposta a misure e pratiche nel mercato cinese degli appalti per dispositivi medici che discriminano ingiustamente le aziende e i prodotti europei. L'indagine - si legge nel testo - riguarda presunte misure e pratiche della Repubblica popolare cinese che hanno comportato un ostacolo grave e ricorrente all'accesso degli operatori economici, dei beni e dei servizi dell'Unione al mercato degli appalti pubblici della Cina per dispositivi medici.
Il sospetto è che la Cina stia favorendo i suoi fornitori locali anche attraverso la politica del "compra cinese" (Buy China). L'Unione, inoltre, teme che Pechino possa imporre restrizioni sulle importazioni e imporre condizioni "che portino a offerte anormalmente basse che non possono essere sostenute da società orientate al profitto", come riporta la Gazzetta ufficiale dell'Ue. "Le misure e le pratiche restrittive mettono in una posizione di svantaggio significativo e sistemico gli operatori economici, i beni e i servizi dell'Unione (europea) poichè favoriscono sistematicamente l'approvvigionamento di prodotti nazionali a scapito di quelli importati", ha aggiunto.
Nello specifico, si legge ancora in Gazzetta, le presunte misure e pratiche attuate dalla RPC a livello sia centrale sia locale e che si applicano a tutti i soggetti che acquistano dispositivi medici, comprese le imprese statali come gli ospedali pubblici, farebbero capo a tre tipologie di pratiche scorrette: 1) favorire l’acquisto di servizi e dispositivi medici nazionali; 2) limitare gli appalti di beni importati, compresi i dispositivi medici, in particolare mediante le misure amministrative per l’acquisto di beni importati; 3) imporre condizioni, negli appalti centralizzati di dispositivi medici, che portano a offerte anormalmente basse che non sono sostenibili per imprese a scopo di lucro.
I materiali oggetto dell'indagine sugli appalti cinesi
Ma questi appalti, cosa riguardano nello specifico? Nell’allegato in Gazzetta si va da strumentazione specifica fino alle comuni dotazioni di Pronto Soccorso. Strumenti ed apparecchi per la medicina, la chirurgia, l’odontoiatria e la veterinaria; apparecchi per ozonoterapia, ossigenoterapia, aerosolterapia, nonché apparecchi respiratori di rianimazione ed altri apparecchi di terapia respiratoria. Si passa poi alle forniture ortopediche: cinture e fasce medico-chirurgiche, stampelle, stecche, docce ed altri oggetti ed apparecchi per fratture; oggetti ed apparecchi di protesi; apparecchi per facilitare l’audizione, da portare sulla persona o da impiantare nell’organismo, per compensare una deficienza o un’infermità.
Fra le forniture oggetto di indagine anche comuni strumenti diagnostici come apparecchi basati sull’uso di raggi X o di radiazioni alfa, beta, gamma o altre radiazioni ionizzanti, anche per uso medico, chirurgico, odontoiatrico o veterinario, compresi gli apparecchi per radiografia o radioterapia, i tubi a raggi X e gli altri generatori di raggi X, i generatori di alta tensione, i pannelli di controllo, gli schermi, i lettini per esami o trattamenti. Last but not least, anche arredi generici per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria; apparecchi per la sterilizzazione, fino a ovatta, garze, cerotti e disinfettanti.
L'indagine, secondo il protocollo previsto dall'articolo 5, par.1, del dispositivio Ipi, dovrà concludersi entro nove mesi dalla sua apertura. Tuttavia, in casi di particolare gravità, l'indagine può subire una proroga di altri cinque mesi. Inoltre, tutti gli Stati che sono parte delle norme Ipi, sono tenuti a partecipare all'indagine: pertanto, in questo caso, la Cina è tenuta a presentare il proprio parere e a fornire informazioni pertinenti l'indagine in corso. Inoltre, Pechino dovrà avviare consultazioni con la Commissione, con l'obiettivo di porre fine alle suddette pratiche scorrette.
La risposta della Cina
Come già detto, si tratta della prima indagine nell'ambito dello strumento per gli appalti internazionali che cerca di promuovere la reciprocità nell'accesso ai mercati internazionali degli appalti pubblici. Se l'indagine rilevasse un comportamento scorretto, l'Ue potrebbe decidere di restringere l'accesso delle aziende cinesi al mercato degli appalti pubblici in Europa.
Da parte sua, la Cina lancia un avvertimento a Bruxelles: con questa indagine l'Unione europea starebbe causando un danno di immagine alla Repubblica Popolare.
Ma soprattutto, il governo cinese passa al contrattacco accusando l'Europa di applicare misure molto simili: "L'Unione europea ha spesso utilizzato i suoi strumenti commerciali e le misure di sostegno commerciale, ma questi non fanno altro che inviare segnali protezionistici, prendere di mira le imprese cinesi e danneggiare l'immagine dell'Ue", ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. "L'Ue si vanta sempre di essere il mercato più aperto del mondo, ma tutto ciò che il mondo esterno vede è che si sta gradualmente spostando verso il protezionismo", ha aggiunto.
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