Basi militari, missili ed esercitazioni: l'isola in prima linea nella lotta alla Cina

Yonaguni non è un grande centro militare ma per via della sua posizione geografica - è situata a poco più di 100 chilometri a est di Taiwan – ha assunto un ruolo chiave nelle strategie di contenimento anti cinesi di Giappone e Stati Uniti

Basi militari, missili ed esercitazioni: l'isola in prima linea nella lotta alla Cina
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Ospita il Camp Yonaguni della Forza di autodifesa terrestre giapponese, unità missilistiche per gli intercettori PAC-3 e radar per sorvegliare cieli e mari. Yonaguni non è un grande centro militare ma per via della sua posizione geografica - è situata a poco più di 100 chilometri a est di Taiwan – ha assunto un ruolo chiave nelle strategie di contenimento anti cinesi di Giappone e Stati Uniti. Tokyo, non a caso, ha recentemente incrementato la spesa per la Difesa e spostato il proprio baricentro operativo verso sud-ovest, là dove la Cina ha a sua volta rafforzato le proprie attività militari. Yonaguni è una delle isole più remote delle Isole Ryukyu e si affida ad un'economia basata sulla pesca, il turismo subacqueo e l'agricoltura. Oggi i suoi circa 1.500 abitanti sono preoccupati per essersi ritrovati in prima linea, o meglio, al centro della tensione geopolitica dell'Indo-Pacifico.

L'isola in prima linea

Associated Press ha dedicato un lungo reportage alla pressoché sconosciuta Yonaguni, lasciando intendere che quest'isola diventerà sempre più importante per le strategie militari di Giappone e Stati Uniti in una regione attraversata da crescenti tensioni. Tokyo e Washington tengono qui esercitazioni militari congiunte, sono in corso piani per aggiungere una nuova unità missilistica in loco ed espandere un piccolo aeroporto e porto. La militarizzazione in corso è stata particolarmente avvertita dalla ridotta popolazione. Alcuni sostengono che l'arrivo di nuovi militari sia necessario per garantire la sicurezza dell'isola (e per sostenere l'economia in difficoltà) mentre altri sono convinti che l'aumento delle truppe stia danneggiando l'ambiente e rendendo l'economia dipendente dall'esercito. C'è poi chi teme che Yonaguni, in caso di conflitto con Pechino su Taiwan, possa essere essere colpita da un attacco cinese.

Un recente piano governativo per schierare più missili, forse a lungo raggio, ha causato disagio tra gli abitanti, anche tra coloro che inizialmente sostengono l'idea di ospitare truppe. Non solo: Yonaguni ospita un'unità di guardia costiera di 160 membri istituita per monitorare l'attività militare cinese. La riorganizzazione militare del Giappone, intanto, prosegue senza sosta. Le forze aeree e marittime giapponesi dislocate a Naha, capoluogo della prefettura di Okinawa, svolgono un ruolo fondamentale nella protezione dello spazio aereo sud-occidentale e delle acque territoriali del Paese. La Southwestern Air Defense Force, con sede proprio a Naha, è la più impegnata delle quattro forze aeree regionali del Giappone. I funzionari della Difesa di Tokyo, intanto, affermano che la Cina sta accelerando le sue attività militari nella zona tra Taiwan e Yonaguni.

La Cina nel mirino

Negli ultimi mesi le tensioni tra Cina e Giappone non sono mancate. Ad agosto, un aereo da ricognizione cinese Y-9 ha violato brevemente lo spazio aereo giapponese al largo dell'isola principale meridionale di Kyushu, spingendo l'esercito nipponico a far decollare i jet da combattimento e ad avvertire il velivolo nemico. A settembre, la portaerei cinese Liaoning e due cacciatorpediniere hanno navigato tra Yonaguni e la vicina Iriomote, entrando in una fascia d'acqua appena fuori dalle acque territoriali giapponesi. I pescatori di Yonaguni, che monitorano attentamente le imbarcazioni straniere, sono stati tra i primi ad accorgersi della crescente attività militare cinese.

Nel 2022, diversi missili balistici lanciati dalla Cina come parte di un'esercitazione sono atterrati al largo delle acque sud-occidentali del Giappone in seguito alla visita a Taiwan dell'allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. Uno di questi sarebbe atterrato a soli 80 chilometri da Yonaguni proprio mentre erano in azione più di 20 pescherecci locali. La paura di una guerra a Taiwan, tra l'altro, riaccende qui i ricordi amari della Battaglia di Okinawa, in cui circa 200.000 persone, quasi la metà delle quali civili, furono uccise.

E il fatto che un piano di evacuazione governativo dell'anno scorso abbia mostrato che spostare 120.000 persone da cinque isole remote, tra cui Yonaguni, alle isole principali del Giappone richiederebbe almeno sei giorni, non aiuta a rasserenare gli animi...

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