Il 25 settembre 1978 un Boeing 727 della compagnia aerea Pacific Southwest Airlines e un Cessna 172 Skyhawk si scontrarono in volo, precipitando nel quartiere di North Park, a San Diego. Lo schianto causò 137 vittime tra le persone che volavano sui due velivoli, e 7 abitanti delle case colpite, tra cui 2 bambini. L’incidente è passato alla storia come la Collisione di San Diego ed è considerato il peggior incidente mai accaduto alla Pacific Southwest Airlines, e il più grave accaduto negli Stati Uniti, fino all’incidente con il motore del volo American Airlines 191, del 1979.
Lo scontro e lo schianto sulle abitazioni
Quel mattino del 25 settembre 1978 la visibilità nei cieli di Sacramento era molto buona, il cielo era terso e non erano presenti nuvole. Alle 7.20, dall’aeroporto Internazionale di Sacramento decollò il volo Pacific Southwest Airlines 182, un Boeing 727, pilotato dal comandante James McFeron, dal copilota Robert Fox e dall’ingegnere di bordo Martin Wahne. Tre hostess e uno steward erano addetti a prendersi cura dei passeggeri del volo, che prima di arrivare a San Diego, effettuava uno scalo intermedio a Los Angeles.
Alle 8 il Boeing atterrò a Los Angeles, mentre dal Montgomery Field, un piccolo aeroporto municipale, situato al confine con la contea di San Diego, decollava un Cessna 172, di proprietà della scuola di volo Gibbs Flite Center Inc. Ai comandi del Cessna, il marine David Lee Boswell, che, sotto la supervisione dell’istruttore di volo Martin Kazy, stava eseguendo un volo di formazione. Quel giorno, secondo il programma di addestramento, Boswell indossava una visiera che gli oscurava il parabrezza e gli lasciava vedere solo gli strumenti di bordo. Dopo aver effettuato diverse manovre e aver volato per circa 11 chilometri, il Cessna compì due simulazioni di avvicinamento e atterraggio verso l’aeroporto di Linbergh Field. Ma proprio mentre Boswell si allontanava dall’aeroporto, il volo 182 entrava nel medesimo spazio aereo del Cessna. La torre di controllo avvertì immediatamente Boswell di volare vero nordest e di restare sotto i 3.500 piedi di quota, ma dopo poco, inspiegabilmente, il pilota virò di 20 gradi, invadendo la rotta del volo Psa.
I piloti del volo 182, che aveva iniziato la discesa verso l’aeroporto di San Diego, si accorsero della presenza del Cessna, lo comunicarono alla torre di controllo, ma lo persero di vista, presumendo così, di averlo superato. A terra, i controllori non si accorsero di nulla, nemmeno quando suonò l’allarme che li avvisava del probabile rischio di collisione in corso. Quando il comandante McFeron e il copilota Fox si accorsero che il Cessna volava sotto di loro, era ormai troppo tardi.
Il Cessna colpì l’ala destra e la coda del Boeing, che prese fuoco e precipitò insieme al monomotore, anch’esso irrimediabilmente danneggiato, sulle case del sobborgo di North Park. Nell'incidente persero la vita tutti i passeggeri, l'equipaggio e 7 sette abitanti delle abitazioni colpite. Altre persone che in quel momento si trovavano per strada rimasero gravemente ferite e molte furono le abitazioni distrutte.
Le indagini e le cause della collisione
Le indagini riguardo alle cause che portarono i due velivoli a scontrarsi, furono affidate al National Transportation Safety Board (Ntsb), ovvero l’ente statunitense per la sicurezza aerea. Dopo aver analizzato i reperti a loro disposizione, ad aprile 1979 gli inquirenti stabilirono che le motivazioni che portarono a una tragedia di simile portata furono molteplici.
La causa principale fu riscontrata nella mancata comunicazione alla torre di controllo, da parte del pilota del volo 182, di aver perso di vista il Cessna. Un altro fattore che contribuì alla sciagura fu attribuito ai controllori di volo, i quali non si accorsero che il Cessna era sparito, creando confusione circa la posizione del velivolo e non avvisando il Boeing sulla sua direzione di volo. "Psa 182, traffico a ore dodici, tre miglia 1700 piedi", si legge nella trascrizione della scatola nera, da cui si evince che il controllore non informò il Boeing della posizione del Cessna, restando sul vago.
Sempre ai controllori venne attribuita la responsabilità di non aver ordinato al volo Pacific Southwest di restare sopra i 4.000 piedi, cosa che avrebbe impedito la collisione con l'altro velivolo. Infine gli inquirenti stabilirono che parte della colpa dell'accaduto fu di Boswell, il pilota del Cessna, il quale disobbedì agli ordini dei controllori e cambiò rotta all'improvviso, senza avvisare la torre di controllo. "Cessna Sette Sette Uno Uno Golf - si legge sempre nella trascrizione delle registrazioni - Contatto radar con San Diego partenze. Mantenete condizioni Vfr a 3.500 piedi o al di sotto, prua sette zero, vettore per la rotta di avvicinamento finale".
Se Boswell avesse continuato sulla stessa rotta, si sarebbe evitata la sciagura, che costò la vita a 144 persone e la cambiò a chi assistette alla tragedia, compresi i soccorritori, molti dei quali rimasero sotto choc, per l'inferno che i loro occhi videro videro quel giorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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