Le "cene di addio" e il veleno: la storia criminale di Vera Renczi

Tra le più famose serial killer della Romania, Vera Renczi uccise almeno 34 uomini ma il bilancio potrebbe essere decisamente più corposo

Screen Top 10 Clipz via YouTube
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Vera Renczi è stata una delle prime serial killer donne della storia, nonché una delle più prolifiche. Trovare informazioni affidabili sul suo conto è spesso un'impresa - tant'è che per qualcuno si tratta semplicemente di una leggenda - e in rete non si trovano sue immagini: le uniche due che circolano sono fake. Ma la Renczi è esistita e ha commesso almeno 35 delitti, anche se mai come in questo caso il bilancio è ufficioso: le vittime della furia della vedova nera romena potrebbero essere molte, molte di più.

Infanzia e adolescenza

Vera Renczi nasce a Bucarest nel 1903 da padre ungherese e madre romena. La famiglia è piuttosto ricca e riceve una buona educazione. All'età di 13 anni perde improvvisamente la madre e si trasferisce con il padre a Nagybecskerek (oggi Zrenjanin, Serbia), dove frequenta un collegio, e poi a Berkerekul.

In questa fase inizia ad assumere comportamenti difficili da gestire per i suoi cari, ma anche un interesse quasi malato per il sesso. Il primo rapporto sessuale all'età di quindici anni, seguito da numerosi altri incontri con ragazzi diversi. Una notte viene pizzicata nel dormitorio di un collegio maschile nel pieno della notte. Ribelle, ma anche gelosa e possessiva: segnali d'allarme che nessuno riesce a cogliere.

I matrimoni (e i primi omicidi)

Neanche ventenne, Vera Renczi conosce l'austriaco Karl Schick, uomo d'affari molto più anziano di lei. Un vero e proprio colpo di fulmine, seguito dal matrimonio. Un anno dopo le nozze, nasce il figlio Lorenzo. Ma proprio pochi mesi dopo il lieto evento, la donna inizia a sospettare del coniuge. Ossessionata dalla presunta infedeltà, organizza la prima "cena d'addio": una serata speciale in cui versa dell'arsenico nel vino e lo uccide. Si tratta del primo di una lunga serie di delitti. Per giustificare la scomparsa del coniuge, racconterà di una tragica morte in un incidente stradale.

Vera Renczi inizia a frequentare i locali notturni di nascosto e dopo un anno di "lutto" decide di risposarsi, questa volte con un uomo della sua età. Una relazione molto tumultuosa, un'altra delusione per la romena, che scopre subito dopo le nozze l'infedeltà del marito. Come successo con Schick, decide di eliminarlo: veleno nel vino e corpo nascosto in una bara di zinco conservata nella sua tenuta, precisamente in una panchina. Dopo il secondo matrimonio fallito, decide di non sposarsi mai più e si dà alla pazza gioia. Sia in amore, che nella seconda vita da serial killer.

Vera Renczi diventa Mrs. Poison

Vera Renczi colleziona storie d'amore tra relazioni clandestine con uomini sposati e rapporti fugaci con amanti conosciuti nei locali. L'esito di queste liaison è sempre lo stesso: per la gelosia ossessiva, li avvelena con l'arsenico e ne nasconde i corpi. La romena è alla ricerca di un "uomo perfetto", un'idea romantica ma mai tramutata in qualcosa di concreto. O semplicemente una scusa per continuare a uccidere e trovare nuove vittime.

Vera Renczi continua a fare il bello e il cattivo tempo per diversi anni, fino a quando le autorità non uniscono i punti sull'aumento esponenziale di uomini scomparsi nell'area. L'ultima vittima delle "cene d'addio" della vedova nera è un funzionario di banca di nome Milorad, anche lui avvelenato dopo notti di passione.

L'arresto e la fine della vedova nera

Le autorità scoprono la vera fine dei mariti di Vera Renczi e la arrestano nel 1930. Ma non è l'unica scoperta: la donna aveva infatti ucciso anche il figlio, reo di averla minacciata di denunciarla.

Durante il processo, la donna inizia a mostrare i primi segni di demenza, patologia peggiorata progressivamente in carcere. La Renczi viene condannata all'ergastolo - era stata appena abolita la pena di morte per le donne. Muore trent'anni dopo, nel 1960.

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