I punti chiave
Le ultime dichiarazioni di Gerald Darmanin hanno imbarazzato, di nuovo, Parigi. Il ministro dell’Interno francese ha sparato a zero contro Giorgia Meloni, accusandola di non essere "in grado di risolvere i problemi migratori" dell'Italia, un Paese che sta vivendo una "gravissima crisi migratoria". Parole di fuoco, che non a caso hanno fatto saltare la visita in Francia del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Dando un’occhiata al recente passato del ministro scelto da Emmanuel Macron, scopriamo che l'alto funzionario in questione ha più volte creato problemi al suo governo.
Le controversie di Darmanin
Due anni fa il sito Politico ha definito Darmanin "la scommessa rischiosa di Macron". Mai parole furono più azzeccate, a giudicare dalle innumerevoli controversie che hanno fin qui contraddistinto la carriera del ministro francese.
Poco dopo essere entrato in carica, nel 2020, ha subito suscitato scalpore minimizzando il termine "violenza della polizia", dicendo ai parlamentari che sentire quei termini lo aveva fatto "soffocare". "Quando sento il termine 'violenza della polizia', personalmente soffoco", dichiarava Darmanin.
L'uso da parte di Darmanin della parola "soffocamento" in relazione alla violenza della polizia è stato ampiamente criticato dai suoi oppositori. Anche perché aveva fatto eco alle parole dell'autista delle consegne Cédric Chouviat che, secondo testimoni oculari, aveva gridato "sto soffocando" sette volte mentre veniva trattenuto dagli agenti di polizia nel gennaio del 2020. "È un'espressione francese di uso comune. Non c'erano secondi fini", ha in seguito provato a giustificarsi il suo entourage all’AFP.
Nel 2023 è stato invece accusato di "revisionismo storico" dopo alcune osservazioni sulla schiavitù. "Le isole dei Caraibi francesi erano colonie, ma non per insediamento. Vi ricordo che, contrariamente a quanto si dice (...) ,fu la Repubblica francese ad abolire la schiavitù. In circostanze straordinariamente difficili, la Francia ha indubbiamente creato condizioni disastrose per le popolazioni colonizzate, ma è la Repubblica che ha abolito la schiavitù. Chiediamo loro di amare la Repubblica, non tutta la storia della Francia", ha dichiarato Darmanin.
L’accusa di stupro
Il nodo più spinoso di Darmanin coincide senza dubbio con le accuse di stupro mosse nei suoi confronti da tale Sophie Patterson-Spatz e archiviate dalla Corte d'appello di Parigi. La presunta vittima ha affermato che continuerà la sua battaglia legale anche in seguito alle ultime decisioni dei giudici.
I fatti contestati risalgono a un incontro tra le parti avvenuto a Parigi nel 2009, quando Gerald Darmanin lavorava per l'ufficio legale del partito di destra UMP, poi ribattezzato Les Républicans. Sophie Patterson-Spatz accusa il ministro dell'Interno di averla stuprata, quando lavorava come project manager nel dipartimento affari legali dello stesso partito. All'epoca, Darmanin era consigliere comunale nel nord della Francia. La signora Patterson-Spatz afferma di di esser stata costretta a consumare un rapporto sessuale dal futuro ministro, dopo aver chiesto il suo aiuto per revocare una pena sospesa per ricatto.
I funzionari hanno avviato un'indagine preliminare nel 2017 quando la donna è fatta avanti con l'accusa, chiusa dopo che i pubblici ministeri avevano affermato di non poter stabilire una "mancanza di consenso". Gli avvocati del signor Darmanin, nel frattempo, l'hanno accusata di un "rozzo tentativo di fargli del male" e hanno detto che la stava facendo causa per calunnia. Insomma, mentre Darmanin sostiene di essere stato sedotto da una giovane donna affascinante e determinata, Patterson-Spatz afferma di essere stata costretta a fare sesso contro la sua volontà.
Gli imbarazzi di Parigi
Tornando alle dichiarazioni su Meloni, la Francia ha cercato di gettare acqua sul fuoco. Parigi "spera" che la visita del capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani, alla sua omologa Catherine Colonna venga "riprogrammata rapidamente", ha fatto sapere il governo francese dopo la decisione del numero uno della Farnesina di annullare la sua visita a Parigi.
"Il governo francese auspica di lavorare con
l'Italia per far fronte alla sfida comune rappresentata dalla rapida crescita dei flussi migratori", ha quindi informato il Quai d'Orsay intervenendo sulle affermazioni contro l’Italia dello stesso ministro francese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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