Mandato d'arresto internazionale per Netanyahu e Gallant: cosa può succedere ora

Le decisioni della Cpi sono vincolanti, ma spetta ai singoli Paesi membri garantire la cooperazione e intervenire. Se Netanyahu o Gallant dovessero recarsi in uno qualsiasi dei 124 Stati membri della Corte, in teoria, rischierebbero l'arresto ma...

Mandato d'arresto internazionale per Netanyahu e Gallant: cosa può succedere ora
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La Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia ha annunciato di aver emesso mandati di arresto internazionali nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell'ex ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. L'accusa è di crimini di guerra nella Striscia di Gaza e crimini contro l'umanità. Per l'ufficio del leader di Tel Aviv si tratta di una "decisione antisemita" presa da un "procuratore capo corrotto che sta cercando di salvarsi la pelle dalle accuse contro di lui di molestie sessuali". Che cosa significa tutto questo in termini concreti? E cosa può succedere?

Che cos'è la Corte penale internazionale

Partiamo col dire che la Cpi, con sede a L'Aia, nei Paesi Bassi, è stata istituita in base a un trattato del 1998 denominato Statuto di Roma. "Indaga e, ove giustificato, processa gli individui accusati dei crimini più gravi che preoccupano la comunità internazionale: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e crimine di aggressione", si legge nel medesimo statuto. Attualmente, 124 Paesi sono parte dello Statuto di Roma, tra cui Gran Bretagna, Giappone, Afghanistan e Germania. L'India non è un membro, così come Cina, Israele e Stati Uniti.

La Cpi è nata per perseguire i reati più efferati quando il meccanismo legale di un Paese non era in grado o non voleva intervenire. A differenza della Corte internazionale di giustizia (Icj), che si occupa di Paesi e controversie interstatali, la ciata Cpi persegue gli individui. Inoltre, i reati devono essere commessi in un Paese che ha ratificato l'accordo o da un cittadino di un Paese ratificante. La Cpi può anche esercitare la sua giurisdizione sui casi a essa deferiti dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Il mandato d'arresto contro Netanyahu

Netanyahu e Gallant sono accusati di "crimini di guerra per fame come metodo di guerra; e crimini contro l'umanità per omicidio, persecuzione e altri atti disumani". "La Camera ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che entrambi gli individui abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicine e forniture mediche, nonché carburante ed elettricità, almeno dall'8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024", ha affermato la Cpi sul suo sito web.

Elencando ulteriormente i motivi per cui ritiene i due colpevoli di "omicidio, persecuzione e altri atti disumani", la Cpi ha spiegato che, limitando o impedendo intenzionalmente l'ingresso di forniture mediche e medicinali a Gaza, in particolare anestetici e macchine per l'anestesia, "i due individui sono anche responsabili di aver inflitto grandi sofferenze attraverso atti disumani a persone bisognose di cure".

La Cpi ha inoltre ritenuto Netanyahu e Gallant responsabili delle azioni commesse dalle forze israeliane sotto il loro comando, tra cui presunti casi di tortura, violenza gratuita e omicidi, stupri e distruzione di proprietà.

Che cosa succede adesso

Le decisioni della Cpi sono vincolanti, ma spetta ai singoli Paesi membri garantire la cooperazione e intervenire. Quindi, se Netanyahu o Gallant dovessero recarsi in uno qualsiasi dei 124 Stati membri della Corte, quel governo sarebbe teoricamente obbligato ad arrestarli ed estradarli all'Aja.

La Cpi aveva precedentemente emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin. Nel caso di Netanyahu, diversi alleati di Israele, come Germania, Francia e Regno Unito, sono membri della Corte. Questi Stati hanno tutti finora sostenuto Tel Aviv ed è molto improbabile che arrestino Netanyahu se si recasse sul loro territorio.

Possiamo quindi affermare che il mandato della Cpi, più di ogni altra cosa, rappresenta una vittoria

morale per la resistenza palestinese e rafforzerà la pressione internazionale su Israele, visto che Netanyahu non potrà più recarsi in molti Paesi amici senza mettere in imbarazzo i loro governi.

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