Le falle nella sicurezza e le polemiche su Biden: quello che non torna sull'attentato a New Orleans

Le barriere che avrebbero dovuto proteggere l'area pedonale non erano in funzione. Critiche al presidente per il suo messaggio di auguri ore dopo l'attentato

Le falle nella sicurezza e le polemiche su Biden: quello che non torna sull'attentato a New Orleans
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La città di New Orleans sta facendo i conti con il terrore che ha travolto la festa di Capodanno. Alle 3.15 locali del 1° gennaio, Shamsud Din Jabbar ha travolto la folla radunatasi a Bourbon Street con il suo pick-up, da cui sventolava una bandiera dell’Isis, uccidendo almeno 15 persone e ferendone decine. Dopo l’impatto, è sceso dal mezzo e ha ingaggiato un conflitto a fuoco con la polizia, terminato con la sua morte.

Sul furgone utilizzato per compiere la strage sono stati trovati due potenziali ordigni, e altre bombe inesplose sono state individuate nel Quartiere francese. Secondo il commissario di polizia Anne Kirkpatrick, l’intento di Jabbar era di “fare una carneficina” e “uccidere più persone possibile”. Le autorità stanno indagando per terrorismo e stanno cercando di determinare se l’attacco sia stato diretto o ispirato dallo Stato islamico. Secondo l’Fbi, l’attentatore potrebbe aver avuto dei complici.

Cittadino americano e nato a Beaumont, in Texas, il 42enne Jabbar ha servito per anni nell’esercito americano, per poi fondate un’azienda immobiliare. Con due divorzi alle spalle, stava affrontando anche un periodo di difficoltà finanziarie. Durante gli anni trascorsi nell'esercito ha ricevuto diverse medaglie, tra cui la Global War on Terrorism Service Medal. Un riconoscimento, questo, creato da George Bush dopo l'11 settembre, conferito ai militari che hanno partecipato alle missioni all'estero durante la guerra al terrorismo. Secondo quanto riferito dai media statunitensi, prima di compiere la strage Jabbar avrebbe registrato un video in cui avrebbe ammesso di aver inizialmente progettato di riunire la famiglia per uccidere tutti, per poi cambiare idea e piani unendosi all'Isis.

Nel clima di paura che impera ancora in città, la partita di Sugar Bowl, i quarti di finale del football universitario tra Georgia e Notre Dame che doveva tenersi la sera del 1° gennaio, è stata rinviata di 24 ore. Come riportato dal Corriere della Sera, annullarla sarebbe costato una cifra enorme. E vi sono timori anche per il ben più importante Super Bowl, previsto sempre a New Orleans a febbraio. Il governatore repubblicano Jeff Landry, in conferenza stampa, ha affermato che la sicurezza è garantita. Le sue parole, però, hanno suscitato dubbi su come le autorità possano fare questa promessa vista la possibilità di complici di Jabbar ancora a piede libero.

Delle falle che hanno permesso all’attentato di compiersi, inoltre, hanno dovuto rispondere il commissario Kirkpatrick e il sindaco LaToya Catrell. A New Orleans è in corso la sostituzione dei paletti per bloccare l’accesso alla zona pedonale con barriere d’acciaio che si possono sollevare o abbassare quando necessario. L’obiettivo era completarle in tempo per il Super Bowl. “Sapevamo che non funzionavano. Non erano sollevate perché non ancora completate. Avevamo un piano ma il terrorista l’ha sconfitto”, è stato dichiarato.

Critiche sono piovute anche sul presidente americano Joe Biden, che alle 10 del mattino, ore dopo l’attentato, ha postato sui social “Felice Capodanno, gente”. Il leader di Washington ha spiegato che la sua prima reazione è stata di “rabbia e frustrazione” e ha condannato l’atto di terrorismo, esprimendo le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. Queste sono per la maggior parte americane, mentre tra i feriti vi sono almeno due israeliani.

Su quanto avvenuto è intervenuto anche il presidente eletto Donald Trump, dopo che Fox News ha riferito che il veicolo usato nell’attacco aveva di recente attraversato il confine con

il Messico: “Quando dico che i criminali che entrano nel nostro Paese sono molto peggiori di quelli che abbiamo, le mie parole vengono respinte dai democratici e dai Fake Media, ma si sono rivelate vere”.

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