Tra false flag e casus belli: perché i droni fantasma possono far scoppiare la guerra in Corea

La retorica di entrambe le Coree suggerisce che uno scontro militare sia un rischio imminente. Ma ci sono molte cose che non tornano sui misteriosi droni apparsi nei cieli di Pyongyang

Tra false flag e casus belli: perché i droni fantasma possono far scoppiare la guerra in Corea
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Per capire cosa sta succedendo in Corea, sia nel Nord che nel Sud, bisogna tornare ad una misteriosa foto diffusa dai media statali nordcoreani nei giorni scorsi. L’immagine mostra la sagoma di un presunto drone sudcoreano sfrecciare nel cielo di Pyongyang il 10 ottobre. I dettagli sono scarsi, perché la scena è stata immortalata di notte, ma gli alti funzionari nordcoreani non hanno dubbi: quello è un velivolo senza pilota inviato dalla Corea del Sud.

Si tratta, dunque, per il Nord di un gravissimo caso di violazione della sovranità territoriale, per di più il terzo caso verificatosi nell’arco di pochi giorni, dopo incidenti simili segnalati il 3 e il 9 ottobre, con protagonisti altri droni. La risposta del governo nordcoreano non si è fatta attendere. Può così essere sintetizzata: "Un’altra provocazione simile e risponderemo militarmente". Ci sono tuttavia numerose zone d’ombra che rendono l’intera vicenda a dir poco misteriosa.

Una vicenda sospetta

Innanzitutto, l’unica immagine nota di uno dei presunti droni sudcoreani avvistati nei cieli di Pyongyang è stata pubblicata dai media statali del Nord. Ma al di là di questo, stupisce come il Paese di Kim si sia fatto "bucare" così facilmente da velivoli senza pilota nemici che avrebbero potuto contenere, più che volantini anti Kim da lanciare nelle strade, esplosivi o bombe per danneggiare luoghi sensibili della capitale nordcoreana.

Come ha fatto notare Nk News, gli episodi del 3, 9 e 10 ottobre coincidono con il 79esimo anniversario del Partito dei Lavoratori, e sollevano dunque preoccupazioni in materia di sicurezza. È davvero così facile far entrare un drone in Corea del Nord, considerando che ci sono 170 chilometri di distanza tra Pyongyang e il confine intercoreano? Davvero nessuno è riuscito a scovare l’ospite inatteso prima che questo si avvicinasse nel cuore del Paese?

Le stranezze del drone fantasma

Seoul, intanto, non ha né confermato né smentito di aver inviato droni al Nord. I militari sudcoreani potrebbero, in effetti, essere i responsabili, visto che dispongono di avanzate capacità nell’utilizzo di velivoli senza pilota e di esperienza in operazioni simili. Per di più, potrebbero essere mossi dalla volontà di vendicarsi dei lanci nordcoreani di palloni aerostatici pieni di spazzatura. Non si può, tuttavia, escludere l’azione di una qualche Ong o addirittura di un’azione sotto falsa bandiera da parte della stessa Corea del Nord.

A gennaio alcuni attivisti avevano parlato di inviare volantini tramite droni oltre il 38esimo parallelo, ma se si trattasse davvero di velivoli del genere avrebbero bisogno di capacità tecniche più che amatoriali. Non solo: i droni stealth sudcoreani corrispondono al profilo di quelli mostrati dai media nordcoreani. E l’ipotesi false flag? In tal caso Kim potrebbe inscenare un incidente per giustificare una rappresaglia, ma il rischio di un’operazione del genere sarebbe a dir poco elevato.

Cosa succederà adesso?

La retorica di entrambe le Coree suggerisce che uno scontro militare sia un rischio imminente. Le incursioni dei droni su Pyongyang hanno messo in imbarazzo la leadership nordcoreana, e se nuovi ospiti indesiderati arriveranno nei pressi della capitale, a quel punto il Nord potrebbe davvero rispondere e scatenare così un inferno.

Il governo nordcoreano ha parlato di un’"azione immediata" senza

preavviso per future incursioni di droni, mentre Seoul ha promesso un’azione "ferma e decisa" e la "fine del regime" di Kim se la sicurezza dei cittadini sudcoreani sarà in qualche modo minacciata.

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