Fonti ufficiali norvegesi riportano che uno studente malese di 25 anni è stato arrestato a Olso con l'accusa di spionaggio. Dopo aver escluso che stesse “operando” per conto della monarchia sud-orientale, è caccia ai mandanti che potrebbero averlo reclutato per ottenere informazioni sensibili sul funzionamento di edifici e apparati governativi di una delle potenze di confine della Nato.
Secondo quanto riportato dai media locali la spia malese avrebbe svolto “intercettazioni illegali" attraverso vari dispositivi elettronici che sono stati sequestrati durante la perquisizione effettuata dall'agenzia di intelligence della polizia norvegese, conosciuta con l’acronimo Pst. I dispositivi contenevano dati che hanno permesso di procedere con l'arresto, avvenuto l’8 settembre, subito seguito dall'accusa formale di aver condotto "operazioni di spionaggio e intelligence" contro il paese nordico.
Registrato come studente nonostante non fosse iscritto in nessuno degli atenei norvegesi, la presunta spia che si è stabilita in Norvegia da un tempo relativamente breve è stata "pizzicata" dalle telecamere di sicurezza che hanno registrato la presenza continuata di un’automobile impegnata a girare intorno ad edifici governativi.
L’errore di ripetere il giro senza accortezze o coperture necessarie a passare inosservato ha fatto accendere il campanello d’allarme dell’intelligence norvegese che ha scoperto come la vettura presa a noleggio non fosse altro che una piattaforma mobile per effettuare registrazioni ambientali e rubare “conversazioni” all’interno degli edifici governativi. Bloccata dagli agenti norvegesi prima che potesse "passare le informazioni" o peggio ripartire per la Malesia, l'ipotetica spia è stata messa in stato di isolamento per quattro settimane, durante le quali non potrà ricevere messaggi o lettere.
Ciò che adesso ci si domanda però, è chi può aver reclutato l'agente malese? Secondo i dossier dell'Pst, stilati a quattro mani con i colleghi svedesi, Russia, Cina e Corea del Nord potrebbero rientrare come gli "attori statali" che rappresentano una "significativa minaccia di intelligence" per la Norvegia. Nazione che è stata recentemente teatro di uno "scambio di spie" da Guerra Fredda con Mosca, e registra, almeno nelle zone di confine con la Russia, un discreto via vai di agenti segreti: "tutti hanno avuto un vicino di casa, un amico, qualcuno del club sportivo o un genitore dell’asilo che lavora con l’intelligence militare", ha dichiarato in una recente intervista un abitante di Kirkenes, cittadina che affaccia su uno dei tanti fiordi bagnati dal Mare di Barents.
Come riporta Guido Olimpio sul Corriere della Sera, "il modus operandi ricorda quello di un gruppo russo inviato in Olanda". Era il nel 2018 e la squadra fermata dal controspionaggio si rivelò poi essere una squadra del Gru, l'intelligence che fa capo all'Esercito di Mosca. La provenienza malese non può non portare alla memoria poi, l'esecuzione del fratello del leader nordcoreano Kim Jong Un, assassinato nell'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur del 2017 dopo un complesso agguato pianificato per somministrare in tandem un agente nervino letale.
Al tempo l'evento provocò una crisi internazionale tra i due stati asiatici che hanno interrotto e ripreso i loro rapporti diplomatici; questo
potrebbe spiegare perché tra la lista dei paesi sospettati compaia anche la Corea del Nord, accanto alla Cina che compare regolarmente tra le maggiori sospettate di spionaggio internazionale in Occidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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