La giudice impone il "bavaglio" a Trump: basta attacchi e pm e giuria

Donald Trump non potrà rilasciare dichiarazioni pubbliche nelle quali attacca i testimoni, lo staff del tribunale e i pubblici ministeri nel caso federale in cui è accusato di aver tentato di sovvertire il risultato elettorale del 2020

La giudice impone il "bavaglio" a Trump: basta attacchi e pm e giuria
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L'ex presidente Usa Donald Trump non potrà più rilasciare dichiarazioni rivolte ai pubblici ministeri, ai possibili testimoni e allo staff del giudice. Lo ha deciso la giudice Tanya Chutkan, nell'ambito del caso federale che accusa il tycoon di aver cospirato illegalmente per aver tentato di sovvertire il risultato elettorale delle elezioni presidenziali del 2020. Il team del consigliere speciale Jack Smith aveva lanciato l'allarme per la raffica di dichiarazioni di Trump che denigravano i pubblici ministeri, il giudice e i potenziali testimoni. Secondo i procuratori questi commenti rischiavano di minare la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario e di far sentire intimiditi i testimoni o le persone che avrebbero potuto essere scelte come giurati per il processo. Da qui è scattato il "bavaglio" nei confronti dell'ex presidente Usa e candidato alle elezioni presidenziali del 2024.

Cos'ha deciso il giudice Chutkan

Il giudice ha deciso che Donald Trump non può indire una "campagna diffamatoria" contro i pubblici ministeri e il personale del tribunale. "A nessun altro imputato sarebbe permesso di farlo, e non lo permetterò in questo caso", ha detto. La decisione di Tanya Chutkan viene contestata dal team legale dell'ex inquilino della Casa Bianca, che accusa la giudice di ostacolare in maniera incostituzionale la sua campagna elettorale. L'avvocato di Trump, John Lauro, ha accusato i pubblici ministeri di "cercare di censurare un candidato politico nel bel mezzo della campagna elettorale". Ma il giudice ha risposto che Trump "non ha il diritto di dire e fare esattamente quello che vuole", secondo quanto riportato dall'Associated Press. "Continuate a parlare di censura come se l'imputato avesse diritti illimitati sul Primo Emendamento. Non è così", ha detto Chutkan." Non stiamo parlando di censura. Stiamo parlando di restrizioni per garantire un'equa gestione della giustizia in questo caso".

La giudice nemica dell'ex presidente

La giudice che ha imposto il "bavaglio" a Trump è da tempo nel mirino dei repubblicani. Lo scorso agosto, il deputato repubblicano Matt Gaetz ha chiesto al Congresso di indagare su Tanya Chutkan, della corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, accusandola di condurre la sua corte con aperta parzialità e faziosità nella gestione del caso federale relativo alla rivolta di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, oltre che nel caso contro l’ex presidente per il presunto tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020.

Prima di ciò, aveva fatto notizia per aver emesso condanne nei confronti dei partecipanti all'assalto del Campidoglio più elevate di quelle raccomandate dai pubblici ministeri federali. Nella sua risoluzione, Gaetz l’ha anche accusata di sostenere le proteste Black Lives Matter del 2020.

Il team legale di Trump, infatti, lo scorso settembre ha chiesto la ricusazione della giudice nominata dall'ex presidente Barack Obama. Gli avvocati del magnate sostengono che Chutkan abbia rilasciato in passato dichiarazioni che mettono in dubbio la sua imparzialità.

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