Il blitz con gli eco-vandali e l'indagine: perché Greta non resiste al fascino dei riflettori

La popolare attivista svedese aveva annunciato il suo ritiro, ma ha cambiato idea dopo qualche ora. Il futuro? Imitare gli eco-vandali

Il blitz con gli eco-vandali e l'indagine: perché Greta non resiste al fascino dei riflettori
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Paladina dell’ambientalismo apocalittico, pompata dai colossi mediatici e sostenuta dalle celebrità radical chic: Greta Thunberg è uno dei fenomeni mediatici più clamorosi del secolo e la sua storia si compone di nuovi capitoli. A differenza di quanto promesso qualche mese fa, l’attivista svedese non ha alcuna intenzione di ritirarsi e di passare il megafono della protesta agli altri: la nostalgia delle luci dei riflettori è tanta, e dunque rieccola in prima fila. Ma ora rischia grosso: la ventenne è stata iscritta nel registro degli indagati in Svezia insieme ad altri manifestanti del gruppo “Riprendiamoci il nostro futuro”.

Greta e altri gretini hanno partecipato ad un'azione di protesta nei pressi del porto petrolifero di Malmo, nel sud della Svezia, e hanno interrotto il traffico per portare avanti la“resistenza pacifica all’industria dei combustibili fossili, che minaccia il futuro dei giovani”. Ma la polizia non si è lasciata intenerire: gli agenti hanno chiesto ai manifestanti di spostarsi, ma è arrivato un rifiuto. Secondo quanto riferito dalla procuratrice Charlotte Ottesen, la Thunberg e i suoi manutengoli verranno multati per la loro azione senza rischiare altre sanzioni.

Il blocco del traffico, esattamente come gli eco-vandali. Con le sue filippiche gonfie e con il suo populismo ecologista spacciato per scienza, Greta ha spinto tanti attivisti a farsi sentire con azioni plateali. Anche in questo caso, la protesta pacifica si è trasformata in gesti mirati esclusivamente ad attirare le telecamere, ad avere spazio sui media. La storia della Thunberg è emblematica: a cinque anni dal primo “Sciopero scolastico per il clima”, è riuscita a raggiungere tutti i suoi obiettivi grazie al sostegno – strumentale – di tante realtà. La ventenne è arrivata alle Nazioni Unite,è stata ricevuta da diversi capi di Stato come una superstar, ha raggiunto milioni di follower sui social: in altri termini ha ottenuto la bramata notorietà.

Ma questo non è un periodo favorevole per l’ambientalismo. Già passato in secondo piano a causa della pandemia da Covid-19, è stato definitivamente accantonato con lo scoppio della guerra in Ucraina. La crisi energetica ha riaperto il dibattito sulle centrali a carbone e persino sul nucleare. Il castello è crollato.

E Greta ha pensato di fare un passo indietro, forse conscia della fine del periodo magico. Ma l’amore per l’attenzione mediatica l’ha spinta alla retromarcia e dunque rieccola, pronta a puntare il dito contro tutti e a inseguire gli eco-vandali per la prima pagina di un giornale.

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