I punti chiave
L’operazione militare di Israele sta iniziando a mettere sotto pressione Hamas, almeno a giudicare da due notizie arrivate nelle ultime ore. Innanzitutto, il gruppo filo palestinese ha intanto chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di porre fine alla "guerra brutale" nella Striscia di Gaza, a conferma di come le Forze israeliane di difesa (Idf) abbiano messo alle strette i combattenti della stessa organizzazione. Decine di miliziani si sarebbero arresi, mentre il ministro della Difesa israeliana, Yoav Gallant, ha dichiarato che "Hamas sta cominciando a cedere a Gaza". Nel frattempo gli Stati Uniti hanno fatto sapere di non sostenere le richieste per un cessate il fuoco immediato.
I segnali di Hamas
"Chiediamo al Consiglio di Sicurezza, alla comunità internazionale e a tutti i Paesi del mondo di porre fine a questa guerra brutale e di salvare la Striscia di Gaza prima che sia troppo tardi", ha affermato in un comunicato l'ufficio stampa di Hamas. In tutta risposta, il ministro israeliano Gallant, parlando ai soldati di alcuni battaglioni – tra cui il Caracal, composto di donne e uomini, ha spiegato di vedere "segnali che indicano che Hamas sta cominciando a cedere a Gaza". "Tutti voi - ha aggiunto - giocate un ruolo chiave in questo".
"Sempre più miliziani di Hamas si stanno arrendendo" e "sempre più uomini di Hamas stiamo uccidendo", ha intanto detto il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, in una conferenza stampa. "Le nostre truppe stanno operando simultaneamente nel cuore dei 'centri di gravità' di Hamas nel sud e nel nord di Gaza, a Jabaliya, Shejaiya e nell'area di Khan Younis", ha dichiarato. "Siamo impegnati in feroci battaglie con i terroristi di Hamas, che si nascondono nei tunnel. Stiamo uccidendo molti terroristi e vediamo sempre più terroristi arrendersi in battaglia e consegnarsi alle nostre forze", ha affermato lo stesso Hagari.
Il sostegno Usa a Israele
L’americano all'Onu, Robert Wood, ha così sintetizzato la posizione degli Stati Uniti sul conflitto tra Israele e Hamas durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. "Mentre gli Stati Uniti sostengono fermamente una pace duratura, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non sosteniamo le richieste per un cessate il fuoco immediato", ha dichiarato, assicurando che gli Usa faranno "il possibile per liberare tutti gli altri ostaggi". "Ciò non farebbe altro che gettare i semi per la prossima guerra, perché Hamas non ha alcun desiderio di vedere una pace duratura e una soluzione a due Stati", ha quindi concluso Wood.
La Casa Bianca ha tuttavia chiarito che Israele può fare di più per ridurre il numero di vittime civili nella Striscia di Gaza, aggiungendo che gli Usa stanno "facendo tutto il possibile per aumentare gli aiuti" alla popolazione dell'enclave palestinese. "Gli Stati Uniti condividono la preoccupazione internazionale per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza", ha aggiunto la stessa Casa Bianca.
Gli Usa hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva il "cessate il fuoco umanitario a Gaza" e definiva la situazione umanitaria "catastrofica". Nonostante la pressione del segretario generale Antonio Guterres, il testo degli Emirati - che chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas - ha ottenuto 13 voti a favore, un astenuto (la Gran Bretagna) e il veto Usa.
In tutto ciò, dal valico di Rafah sono arrivate oggi in Egitto oltre 500 persone, tra cui 269 stranieri, in gran parte russi, e 200 palestinesi con doppia cittadinanza, oltre a 20 palestinesi feriti e ai loro accompagnatori.
Sono entrati a Gaza 9 membri di organizzazioni internazionali e 20 medici, giordani ed emiratini. Ottanta i camion di aiuti riusciti ad entrare nella Striscia, oltre a 3 camion di carburante che trasportavano in tutto circa 90.000 litri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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