I soldi al portiere e il figlio illegittimo: l'altra tegola su Trump

Tra i 34 capi d'accusa contestati a Trump ci sarebbe anche quello relativo a dei soldi pagati a un portiere della Trump Tower per tacere su un figlio illegittimo di The Donald

I soldi al portiere e il figlio illegittimo: l'altra tegola su Trump
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L'inchiesta intorno a Donald Trump partita dalle rivelazioni della pornostar Stormy Daniels si sta allargando a macchia d'olio. Tra i 34 capi d'accusa che pendono sulla testa dell'ex presidente ci sarebbe anche un'altra torbida vicenda. Secondo il procuratore Alvin Bragg The Donald avrebbe versato a un portiere della Trump Tower, tale Dino Sajudin, 30 mila dollari per comprare il suo silenzio in merito a un figlio illegittimo del tycoon avuto con una cameriera.

Nelle carte del processo a carico del tycoon si legge che tra tra l'ottobre e il novembre del 2015 Sajudin avrebbe cercato di vendere informazioni "riguardo ad un presunto figlio illegittimo dell'imputato". Per questo, scrivono ancora gli inquirenti, la American Media Inc, che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer, avrebbe pagato il "doorman" così da chiudere ogni spiffero sul figlio illegittimo. Un accordo sulla carta per possedere i diritti della storia "in modo perpetuo". Secondo l'Associated Press il contratto tra Sajudin e l'American Media Inc prevedeva anche una penale da 1 milione di dollari contro il portiere nel caso in cui avesse rilevato i termini dell'accordo.

Il giallo sulla relazione con la cameriera

Nelle carte del procuratore si legge però anche altro. "In un secondo momento l'American Media Inc ha scoperto che la storia non era vera e che l'ad avrebbe dato mandato di liberare il portiere dell'accordo, ma che per scrupolo l'ex avvocato di Trump, Cohen aveva dato mandato all'ad di tenere in vita l'accordo almeno fino alle presidenziali". Una posizione che secondo il procuratore dimostrerebbe l'intento di Trump e del suo entourage di voler influenzare le presidenziali del 2016.

Come riporta Repubblica il nome di Sajudin non compare nelle carte, ma in realtà il nominativo era comparso già nel 2018 in un pezzo sul New Yorker a firma di da Ronald Farrow, figlio di Woody Allen, in cui si dava conto della storia che Sajudin raccontava. Negli ultimi anni in molti hanno provato a fare luce sulla vicenda. Secondo il New Yok Post la donna al centro dell'intrigo avrebbe negato di aver avuto una relazione con Trump e in un'intervista all'Associated Press avrebbe parlato apertamente di "fake news".

Sempre secondo l'ufficio del procuratore Bragg il portiere sarebbe stato liberato

dall'accordo di riservatezza verso la fine del 2016 dopo la vittoria di Trump alle presidenziali. Un'operazione, scrive il New York Post, che sarebbe valso all'ad di American Media Inc un invito alla Casa Bianca da parte di Trump.

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