Il precedente di Ramstein nell'88: la tragedia delle Frecce Tricolori e i 70 morti

Nel 1988, la collisione e lo schianto al suolo di tre aerei delle Frecce Tricolori durante una manifestazione provocò 70 morti e 450 feriti

Fonte: Frecce Tricolori-Jimdo
Fonte: Frecce Tricolori-Jimdo
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La tragedia di Torino del 16 settembre, in cui un aereo delle Frecce Tricolore è precipitato uccidendo una bambina di cinque anni, riporta alla memoria un incidente avvenuto 35 anni fa nei cieli della base Nato di Ramstein, nell’allora Germania Ovest, che provocò 70 morti. Il 28 agosto 1988 circa 300mila persone si erano riunite per assistere alla manifestazione aerea Airshow Flugtang. Durante l’esibizione delle Frecce Tricolori, nel momento in cui la pattuglia acrobatica italiana si apprestava a completare la figura del “cardioide”, tre aerei sono entrati in collisione. I velivoli Aermacchi MB-339PAN erano pilotati dal tenente colonnello Ivo Nutarelli (Pony 10, solista), dal capitano Giorgio Alessio (Pony 2, primo gregario sinistro) e dal tenente colonnello Mario Naldini (Pony 1, capo formazione).

La figura avrebbe dovuto mostrare in cielo un grande cuore trafitto, proprio di fronte agli spettatori. Se tutto fosse andato secondo i piani, cinque aerei da sinistra e quattro da destra avrebbero dovuto chiudere il “cuore” appena in tempo per il passaggio del solista, che avrebbe incrociato i due gruppi provenendo frontalmente rispetto al pubblico. Al momento decisivo, l’altezza dei velivoli rispetto al suolo avrebbe dovuto essere di 40 metri.

Ivo Nutarelli eseguì la manovra dapprima con un lieve ritardo e, dopo diverse correzioni, accumulò un anticipo eccessivo, il che lo portò a scontrarsi con gli aerei di Naldini e Alessio. Pony 1 si schiantò in una corsia laterale alla pista, coinvolgendo l’elicottero medico Black Hawk e il suo pilota, lo statunitense Kim Strader, che morì alcuni giorni dopo per le gravissime ustioni riportate. Pony 2 impattò ed esplose sempre sulla pista, senza provocare danni. Pony 10, invece, cadde al suolo avvolto dalle fiamme, investendo gli spettatori e scivolando sul terreno fino all’urto con una camionetta dei gelati. L'intera tragedia si compì in soli sette secondi, un lasso estremamente breve a causa della bassa quota delle manovre, tale da rendere di fatto impossibile qualsiasi tentativo di fuga della folla dalle traiettorie dei rottami, delle schegge o del fuoco. Oltre alle vittime, i feriti furono 450. Nessuno dei tre piloti italiani coinvolti nell’incidente riuscì a salvarsi. Gli altri aerei della pattuglia acrobatica volarono in formazione nei pressi della base fino a che non fu loro ordinato di atterrare a Sembach.

A seguito di questo avvenimento, furono vietate per tre anni le esibizioni aeree in territorio tedesco e vennero riviste le misure di sicurezza: furono

aumentate la distanza minima dagli spettatori e l’altezza alla quale era consentito eseguire le manovre. In più, vennero evitate le figure sopra la folla. Da quel giorno, la base di Ramstein non ha più ospitato eventi del genere.

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