Una cosa sono le risse tra tifosi, orribili eppure sempre esistite. Un’altra una vera e propria “caccia all’ebreo”, in cui la motivazione dell’aggressione fisica non è l’appartenenza a questa o quell’altra squadra, né tanto meno l’aver intonato un coro irrispettoso o aver strappato una bandiera. C’è qualcosa di più nell’azione di quei gruppi di giovani musulmani che hanno premeditato sui social e poi messo in atto il raid contro gli ultras del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam. Ne è convinto Dan Kopla, uno dei tifosi picchiato selvaggiamente quella notte: “Non erano scontri provocati dalla reazione a qualcosa - dice - è stato un pogrom contro Israele”.
Il racconto Kopla lo fa in diretta a Quarta Repubblica. “Io sono stato uno dei primi ad uscire dalla stazione centrale ed ero nella prima ondata dei fan”, spiega a Nicola Porro. “Ho visto alcune persone vestite di nero picchiare dei tifosi. Dopo 10 secondi sono stato circondato da sette individui che cercavano di colpirmi per farmi cadere. Mi hanno tirato calci e pugni”. Ad alcuni ultras del Maccabi è andata anche peggio. È stato chiesto loro di urlare “Palestina libera”. Altri sono stati derubati. Molti umiliati tanto per il gusto di farlo. C’è chi ha provato non solo a consegnare soldi e portafogli, ma anche a negare di essere ebreo. “Mentre fuggivo ho visto un ragazzo di 15 o 17 anni che veniva colpito da due arabi e urlava dicendo ‘aiutatemi, aiutatemi, aiutatemi’. La cosa più terrificante è stato quando ha smesso di parlare. Non ne aveva più la forza. É stato un evento drammatico e spaventoso”. Qualcuno si è anche gettato nel fiume gelido per sfuggire alla furia degli assalitori.
Inevitabili le polemiche sulla polizia e sulla gestione dell’ordine pubblico. “Non ci hanno difeso”, denuncia Dan. “Ci sarà stata qualche pattuglia, è suonata qualche sirena. Ma i tifosi israeliani sono rimasti soli. Potevamo solo fuggire”. La frangia più estrema del tifo del Maccabi ha provato a difendersi. Ma a tutti gli altri, semplici spettatori di una partita di calcio, è andata decisamente peggio. “Era tutto organizzato - lamenta la vittima -. Non sono scontri come quelli che si vedono su TikTok, dove la gente si arrabbia e provoca una reazione: è stato un pogrom contro Israele. Abbiamo visto ossa rotte e denti rotti.
Non posso immaginare questo evento se non come antisemita e tutto questo 86 anni dopo la notte dei cristalli. Non abbiamo ancora imparato la lezione?”. Evidentemente no. “Io non mi sento sicuro in Europa - conclude Kopla - Mai più”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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