La guerra alle donne degli ayatollah iraniani: pena di morte se non indossano il velo

Entrano in vigore esecuzioni, lunghe pene detentive e multe salate: ecco cosa prevedono le leggi che promuovono la “cultura della castità e dell’hijab”

La guerra alle donne degli ayatollah iraniani: pena di morte se non indossano il velo
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In vigore nuove leggi draconiane in Iran. Nel mirino ancora una volta finiscono le donne che ora rischiano la condanna a morte o fino a 15 anni di prigione se sfidano le nuove norme sulla moralità. Entrando nel dettaglio, i provvedimenti che promuovono la “cultura della castità e dell’hijab” sono stati approvati dalle autorità iraniane a inizio dicembre e impongono severe sanzioni per coloro che vengono colte a "promuovere la nudità, l'indecenza, lo svelamento o l'abbigliamento inappropriato". Previste multe salate, fustigazione e pene detentive. Ma non solo.

Come riportato dal Guardian, l’articolo 37 della nuova legge stabilisce inoltre che le donne che promuovono o propagano l'indecenza, lo svelamento o l'"abbigliamento inappropriato" a entità straniere, tra cui media internazionali e organizzazioni della società civile, potrebbero rischiare un decennio di prigione e multe di migliaia di dollari. Ma, cosa ancora più grave, le donne la cui condotta viene considerata come “corruzione sulla Terra” potrebbero essere condannate a morte ai sensi dell’articolo 296 del codice penale islamico iraniano. E la definizione di “corruzione sulla Terra” è piuttosto controversa, perché secondo i critici potrebbe essere sufficiente non indossare il velo per rischiare grosso.

Amnesty International ha affermato che questa disposizione legale significa che le donne che inviano video di se stesse senza velo ai media al di fuori dell'Iran o "che si impegnano in attivismo pacifico" possono essere condannate a morte. Inoltre, le norme sembrano garantire l’immunità a chiunque vuole svolgere il proprio “dovere religioso” e imporre il velo obbligatorio. Chiunque intervenisse o tentasse di fermare l'arresto di donne che sfidano l’obbligo di indossare l’hijab potrebbe essere imprigionato o multato ai sensi dell'articolo 60 della nuova legge. E ancora, tutte le attività commerciali, i tassisti, i media, le emittenti e le scuole saranno soggetti a pene e sanzioni se non denunciano donne e uomini inadempienti o, peggio, consentono la promozione di nudità e “abbigliamento inappropriato”.

L’ennesimo attacco alla libertà delle donne, da ormai due anni in piazza contro il regime di Teheran per rivendicare diritti al grido di “Woman, Life, Freedom” in seguito alla morte di Mahsa Amini, rea di non aver indossato correttamente l’hijab. Il clima di repressione è palpabile, come testimoniato dai recenti arresti e dalle condanne.

Le nuove leggi rincarano la dose contro le donne, con crescenti restrizioni. Recentemente è stata istituita una clinica di salute mentale per coloro che rifiutano di vestire il velo, ovviamente nel silenzio delle femministe nostrane e non.

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