Conto corrente congelato: "Colpa della Brexit". Amara sorpresa per un italiano a Londra

Il racconto dei bloccati dall’oggi al domani: “Una tattica per spaventare gli immigrati e indurli a lasciare il Regno Unito”

Conto corrente congelato: "Colpa della Brexit". Amara sorpresa per un italiano a Londra
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Le ripercussioni della Brexit stanno mettendo in grossa difficoltà gli immigrati in Gran Bretagna. Emblematico il caso di un ristoratore italiano, Massimo, che ha ripercorso la sua Odissea ai microfoni del Guardian: la criticità principale? Il congelamento dei conti bancari avvenuto di punto in bianco. Il nostro concittadino, insieme alla moglie britannica Dee, s’è visto bloccare il conto corrente dall’oggi al domani dopo quindici anni di “normalità”. Da qui una riflessione che coinvolge l’associazione the3million: il congelamento del denaro farebbe parte di una strategia messa a punto per spaventare i cittadini stranieri e indurli a lasciare il Paese.

Massimo e Dee fanno parte delle migliaia di cittadini europei che hanno scoperto che le carte di residenza permanente (PR) sono state invalidate dalla Brexit: nonostante ventuno anni di tasse pagate nel Regno Unito, senza quei documenti non hanno il diritto di restare nel Paese. L’associazione the3million – che raccoglie i cittadini europei residenti in Gran Bretagna – teme che il peggio debba ancora arrivare, data la “vergognosa” mossa del governo di rendere più difficile l’accesso allo status di residente Ue per persone come il ristoratore italiano. L’ad del gruppo Andreea Dumitrache ha evidenziato che prima della Brexit ai cittadini europei venivano garantiti i loro diritti di residenza in base all’accordo giuridicamente vincolante siglato tra le parti.

Massimo ha iniziato a notare qualcosa di strano quando un fornitore gli ha comunicato il mancato pagamento di una fattura. L’imprenditore e la moglie si erano appena trasferiti dal Kent a Belfast per l’apertura di un locale e avevano deciso di chiudere il loro conto commerciale “inglese” con Santander per aprirne uno nuovo con l’indirizzo nordirlandese. Nel giro di poche settimane sono stati esclusi dal nuovo conto. “Abbiamo dovuto chiudere la nostra attività perché non potevamo pagare i fornitori e avevamo appena aperto il ristorante. Stavamo facendo crescere la nostra attività e nessuno della banca s’è detto disponibile a darci spiegazioni”, la ricostruzione di Dee.

Il congelamento era legato all’obbligo per Massimo di chiedere la residenza stabile: “Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere […] È come se fossi stato rifiutato da un Paese in cui sono stato più di 20 anni e non ho fatto nulla di male. E un giorno mi diranno semplicemente "ciao" , nessuna spiegazione, niente. È stato orribile. Sto pensando a quante persone in questo paese sono come me, non sono più le benvenute in questo paese".

Per provare a sbloccare i fondi per l’attività, la coppia ha deciso di rimuovere Massimo dalla carica di direttore dell’impresa nel registro ufficiale della Companies House del Regno Unito. Il conto bancario è stato sbloccato, mentre il conto personale dell’italiano resta non disponibile. Per avvocati ed esperti del settore è tutto legato alla politica dell’”ambiente ostile” introdotta dall’ex primo ministro Theresa May. Dee non ha usato troppi giri di parole:“Probabilmente ci sono molte persone in questa situazione ed è spaventoso.

È così che le persone diventano senzatetto, questa è la cosa più orribile: un minuto prima il tuo conto in banca è aperto e stai vivendo la tua vita e un minuto dopo... Ecco perché vogliamo condividere la nostra storia. La cosa disgustosa è che è tutta colpa della burocrazia e di cattive leggi”.

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