Pioggia di fuoco di Kiev: nel mirino gli impianti elettrici di Mosca

I blackout elettrici hanno fatto parte della strategia offensiva dei russi durante lo scorso inverno. Kiev adesso è pronta rispondere con la stessa moneta: come cambia la controffensiva ucraina

Pioggia di fuoco di Kiev: nel mirino gli impianti elettrici di Mosca
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A suon di blackout, Kursk e Belgorod continuano ad essere l'epicentro della rappresaglia ucraina via terra. Con l'inverno alle porte, gli impianti energetici ed elettrici diventano target privilegiati nella conduzione della guerra in Ucraina, dall'una e dall'altra parte del fronte.

L'attacco e i blackout a Kursk

Nelle scorse ore, infatti, droni ucraini hanno preso di mira una sottostazione elettrica e una stazione radar proprio nella regione Kursk, secondo quanto riferisce l'Sbu. La prima aveva il compito di rifornire le strutture militari russe (in quel di Snagist), mentre la seconda (nel villaggio di Giri, nel distretto di Belovsky) era destinata a rilevare anche i velivoli con tecnologia stealth. Un blackout ben orchestrato nella notte tra giovedì e venerdì mattina all'alba, utilizzando un drone, sfuggito agli avanzati sistemi russi. Secondo le fonti ucraine, alla sottostazione elettrica erano collegate strutture militari russe di importanza vitale: una dichiarazione che sembra trovare timidamente conferma nelle fonti russe che sostengono che da uno dei droni sono stati sganciati ordigni esplosivi che hanno distrutto i trasformatori. Cinque insiediamenti e un ospedale sarebbe rimasti senza elettricità. Nella stessa notte, un massiccio attacco di droni sarebbe stato respinto dalle autorità locali: il governatore Starovoit riferisce di almeno 10 droni ucraini abbattuti. Raid con droni e missili Uragan sono proseguiti anche nella regione di Belgorod, protagonista nelle scorse ore di una nuova incursione via terra delle milizie anti-Putin.

La strategia dei blackout

Un punto di svolta alla vigilia del grande inverno orientale, che muterà il modus operandi di Kiev, all'interno della controffensiva che procede lenta, tra mille dubbi e un universo di attori. A detta delle forze ucraine, la "guerra elettrica" sembra appena cominciata: Kiev ha dichiarato che le operazioni contro le stazioni elettriche sono da identificarsi come rappresaglia per i continui attacchi subìti da parte russa dall'inizio del conflitto. Se Mosca, dunque, continuerà ad attaccare gli impianti elettrici ucraini, Kiev farà lo stesso.

Un copione a cui abbiamo già assistito lo scorso inverno, che al di là degli obiettivi militari, punta a seminare il panico con blackout continui dall'una e dall'altra parte. Da alcuni giorni, Mosca ha cominciato nuovamente a prendere di mira le infrastutture elettriche di Kiev come dimostrerrebbe l'attacco russo in quel di Vinnitsya: lo strike ha danneggiato le infrastrutture dell'omonimo oblast, secondo quanto riferito dal quotidiano Kyiv Independent. L'attacco ha danneggiato una base infrastrutturale nella regione, ha riferito il governatore Serhii Borzov attraverso Telegram. Mosca ha scelto di procedere utilizzando attacchi sempre più virulenti a base di cruise lanciati da velivoli e unità navali, mentre Kiev promette di rispondere con armi "prodotte in casa", tentando di sfondare sempre più verso est.

Lo scorso inverno e i continui blackout in Ucraina

Nei mesi più critici dello scorso inverno, Kiev aveva patito non poco gli attacchi russi alle sue strutture energetiche a suon di missili balistici e droni kamikaze. Sebbene gli attacchi russi non sono mai riusciti a realizzare un vero blackout nazionale permanente, in più occasioni, fra l'autunno e l'inverno scorso, l'Ucraina ha vissuto numerose destabilizzazioni al funzionamento della propria rete. Le interruzioni di rete, sia pianificate che involontarie, hanno abituato i cittadini a non avere energia elettrica per molte ore, con una frequenza quotidiana. Tanto da costringere Kiev a progettare e realizzare sistemi alternativi che potessero garantire un minimo di servizi essenziali alla popolazione, come la possibilità di accesso al denaro liquido.

Sebbe gli attacchi alle infrastrutture enrgetiche siano cominciati quasi da subito, soprattutto nelle località vicine alla linea del fronte, è stato nell'ottobre scorso che si sono intensificati su larga scala. La maggior parte di essi prende di mira le sottostazioni di distribuzione ad alta tensione: sebbene le forze ucraine disponessero di ottime scorte di pezzi di ricambio, le riparazioni sono state spesso solo provvisorie e oggi, un anno dopo, anche i pezzi per le riparazioni scarseggiano.

Alle popolazioni colpite in via permanente, infatti, non resta che spostarsi nel tentativo di fare fronte ai numerosi disagi. La situazione è stata complicata ulteriormente dalle tempistiche necessarie per la produzione di trasformatori di grandi dimensioni, specifici per certe aree del Paese.

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