Il megaporto cinese nel cortile Usa: la mossa di Xi che spaventa Biden

Pechino è pronta ad aprire un porto in Perù. La mossa da sapore economico in realtà mette molta pressione a Washington che rischia di trovarsi un terminale cinese a pochi passi dal cortile di casa

Il megaporto cinese nel cortile Usa: la mossa di Xi che spaventa Biden
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Un megaporto cinese potrebbe stravolgere gli equilibri geopolitici dell’America Latina e compromettere ulteriormente la posizione degli Stati Uniti in una regione, ricchissima di risorse, che Washington ha sempre considerato il suo “cortile di casa”. I riflettori sono puntati su Chancay, una tranquilla e anonima cittadina situata a una cinquantina di chilometri a nord di Lima, capitale del Perù. Qui sta infatti per prendere forma una struttura, ancora work in progress, gestita per il 60% dal gruppo China Ocean Shipping (Cosco) in collaborazione con un partner peruviano di minoranza (40%), Volcan Comapnia Minera. Una volta completato sarà il primo porto situato sulla costa del Pacifico del Sud America in grado di accogliere meganavi per via dei suoi quasi 60 piedi di profondità. Consentirà, inoltre, alle aziende dei due Paesi (e non solo a loro) di inviare le rispettive merci su questi colossi dei mari, senza utilizzare imbarcazioni più piccole costrette a passare prima dal Messico o dalla California.

Il Dragone mette radici nel cortile Usa

Come ha spiegato il Wall Street Journal, il porto di Chancay è importantissimo per Pechino, tanto che il presidente cinese Xi Jinping dovrebbe inaugurarlo alla fine dell’anno nel suo primo viaggio nel continente dallo scoppio della pandemia ad oggi. Il costo totale della struttura, che promette di accorciare i tempi di navigazione per la spedizione di qualsiasi merce tra Pechino e il Pacifico, dovrebbe aggirarsi intorno ai 3,5 miliardi di dollari, finanziati interamente da prestiti bancari cinesi.

Subito dopo l’accordo per il porto, avvenuto nel 2019, i media statali cinesi hanno ospitato numerose previsioni sul futuro del Perù, descrivendolo come il prossimo hub nel commercio cinese-sudamericano e suggerendo che avrebbe potuto aiutare Pechino con altri progetti. "Il Perù potrebbe essere l’ancora di un simile corridoio non solo per la sua posizione geografica, ma anche per le sue relazioni con la Cina", ha scritto, non a caso, il China Daily.

Un esempio concreto? Il porto aprirà nuovi mercati asiatici per i mirtilli e gli avocado coltivati sulla costa del Perù, gli stessi che ora la nazione sudamericana spedisce principalmente in Europa e negli Stati Uniti. Le attuali rotte di spedizione con la Cina richiedono infatti troppo tempo, tra i 30 e i 40 giorni, per consentire alla maggior parte dei prodotti deperibili di raggiungere le loro eventuali destinazioni asiatiche. Ebbene, Chancay contribuirà a ridurre questo tempo di un terzo, riducendo i costi aziendali e aprendo nuovi mercati ai governi latinoamericani. Di pari passo, il Dragone incrementerà le sue spedizioni in tutta l'America Latina.

Le preoccupazioni di Washington

Le attività cinesi in Sud America iniziano veramente a preoccupare gli Stati Uniti. Il Brasile, la più grande economia della regione, vuole sviluppare semiconduttori con la Cina dopo aver respinto le richieste degli Usa di escludere Huawei Technologies dalle reti 5G. Le aziende cinesi stanno costruendo una metropolitana nella capitale della Colombia, Bogotà, mentre l’Honduras ha tagliato i suoi legami con Taiwan sperando di ricevere un’ondata di investimenti da Pechino. In Argentina, intanto, il Dragone sta facendo shopping di miniere di litio, un componente essenziale dei veicoli elettrici.

Dal canto suo, il Perù ha accolto con favore gli investimenti cinesi in quasi ogni ambito: dai porti all’estrazione del rame, passando attraverso il settore dell’elettricità. Washington teme che, in questo modo, le aziende del Dragone possano presto avere il controllo sull’intera distribuzione energetica di Lima.

Gli Stati Uniti temono soprattutto che il controllo della Cina sul futuro porto di Chancay consentirà a Pechino di rafforzare ulteriormente la sua presa sulle risorse della regione, di approfondire la sua influenza tra i vicini più prossimi ai confini Usa e, infine, di dislocare le sue forze armate nelle vicinanze.

Il ministro degli Esteri del Perù, Javier González-Olaechea, ha affermato che se gli Stati Uniti sono preoccupati per la crescente presenza della Cina in Perù, allora dovrebbero aumentare i propri investimenti nel Paese, aggiungendo che "tutti sono i benvenuti" a investire. "Gli Stati Uniti sono presenti quasi ovunque nel mondo con molte iniziative, ma non così tanto in America Latina. Sono come come un amico molto importante che trascorre poco tempo con noi", ha spiegato in una recente intervista.

Per Cosco, invece, non esistono problemi: Chancay ha il solo scopo di

incrementare il commercio. "Si tratta di un progetto commerciale per promuovere lo sviluppo. Non c'è niente da nascondere qui", ha dichiarato Gonzalo Rios, vicedirettore generale di Cosco in Perù.

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